“Lo sport sta mostrando una compattezza mai vista. Il calcio è un fenomeno di aggregazione sociale formidabile, basti considerare che abbiamo 211 Federazioni, contro i 193 Paesi associati all’Onu. Ci siamo mossi compatti e coerenti, urlando a gran voce il nostro no alla guerra”. Così, dalle colonne del “Corriere della Sera”, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a proposito della risposta del mondo del calcio alla guerra in Ucraina.
“Come Federazione abbiamo subito deciso di far cominciare le partite dei campionati con cinque minuti di ritardo. Una piccola testimonianza, non l’unica. Adesso stiamo lavorando su altre iniziative: non è solo una guerra contro un popolo, perché tutti ne siamo coinvolti”, ha aggiunto il numero uno della Federcalcio.
“Ceferin si è mosso in fretta e bene. Abbiamo organizzato tre Comitati esecutivi straordinari, dando risposte veloci e concrete.
“Tutte le Federazioni hanno condiviso la posizione intransigente dei polacchi. Le parole del mio amico Boniek fanno capire quanto siano ancora dolorose le ferite inferte all’Europa dalla prevaricazione di una Nazione sull’altra. Nel 2022 le divergenze bisogna risolverle con il dialogo e non con le armi.
Ma sono contrario a fughe in avanti, come quella della Polonia. Ceferin non apprezza gli interventi singoli, dobbiamo muoverci uniti e coordinati”, ha detto poi il presidente federale a proposito della “forzatura” dei polacchi, che hanno affermato di non essere disposti ad andare a giocare il play-off per i Mondiali di calcio in Russia da subito, prima dell’intervento della Uefa e della Fifa contro la Nazionale russa.