martedì, 24 Dicembre, 2024
Dal Parlamento alla Tavola

La nuova emergenza dell’agroalimentare italiano: la peste suina africana

Giuseppe L’Abbate, 36 anni, laureato in Informatica, è deputato della Commissione Agricoltura di Montecitorio dal 2013, già Sottosegretario presso il Ministero delle Politiche Agricole del Governo Conte II, dal settembre 2019 al febbraio 2021, e Capo “Area Territorio” per il MoVimento 5 Stelle alla Camera. Con l’Onorevole abbiamo dato vita ad una rubrica a cadenza mensile denominata “Dal Parlamento alla Tavola” in cui illustriamo le novità legislative e le nuove opportunità messe in campo dal Mipaaf per le filiere agricole e l’intero comparto agroalimentare nazionale. 

UN PERICOLO PER ANIMALI ED ECONOMIA AGROALIMENTARE

Una grande manifestazione per sollevare l’attenzione del Governo sulla difficile situazione che sta vivendo l’agricoltura nazionale. Organizzata dalla CIA-Agricoltori italiani, si terrà oggi, lunedì 28 febbraio, a Rossiglione, in provincia di Genova, nel cuore della “zona rossa” della peste suina che coinvolge, per ora, Liguria e Piemonte. Dopo il difficile periodo pandemico, che perdura praticamente da due anni, è stata la volta del caro-energia e dei rincari che hanno coinvolto le materie prime, a livello globale. Delle possibili soluzioni da attuare e che si stanno attuando abbiamo parlato nella nostra rubrica dello scorso mese. A completare uno scenario sempre più preoccupante è, innanzitutto, la guerra in atto sul territorio ucraino a fronte dell’invasione russa. A ciò si somma l’approdo nell’Italia continentale della Peste Suina Africa (PSA). Lo scorso 7 gennaio, infatti, nel comune alessandrino di Ovada è stato rinvenuto il primo cinghiale affetto da PSA. Si tratta di una malattia virale che colpisce suini e cinghiali; altamente contagiosa e spesso letale per gli animali non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Finora era presente solo in Sardegna dove, finalmente, negli ultimi anni si è registrato un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica. Il virus ritrovato in Piemonte, però, è geneticamente diverso da quello isolano e corrisponde invece all’epidemia esplosa nel 2014 in alcuni Paesi dell’Est e che ha raggiunto anche Germania e Belgio.

La PSA rappresenta una minaccia per l’allevamento italiano. Con il ritrovamento, infatti, sono scattati i protocolli di prevenzione che prevedono l’abbattimento dei capi degli allevamenti nonché il divieto di movimentazione di animali vivi ma, soprattutto, dei prodotti della filiera suinicola come salame, prosciutto crudo, culatello. I primi blocchi all’export hanno comportato un danno che si stima sui 20 milioni di euro al mese ma, se la PSA dovesse diffondersi e investire zone con stabilimenti e macelli importanti, colpendo al cuore la zootecnia italiana, i danni sarebbero devastanti. Basti pensare che le esportazioni di salumi e carni suine si attestano su 1,7 miliardi di euro l’anno. Per questo, diviene necessario e cruciale intervenire con determinazione, decisione e immediatezza nonché all’unisono perché l’epidemia non conosce confini e limiti burocratici o amministrativi e mette a rischio le ricchezze dell’agroalimentare made in Italy nonché il nostro patrimonio zootecnico. 

L’Italia sin dal 2020 ha elaborato un ‘Piano di Sorveglianza Nazionale’ che ha ispirato l’ordinanza del 13 gennaio scorso con cui è stato disposto il divieto di attività venatoria e di altre attività all’aperto come la raccolta di funghi e tartufi o la pesca nonché l’ordinanza del successivo 18 gennaio del Ministero della Salute che ha definito ulteriori misure di controllo e prevenzione. 

Il Ministero delle Politiche Agricole è intervenuto immediatamente stanziando, all’interno del decreto Sostegni-ter ora in discussione in Senato, fondi per 50 milioni di euro finalizzati al risarcimento degli operatori della filiera suinicola. Sono stati, infatti, realizzati il ‘Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza’ che, con una dotazione di 15 milioni di euro, mira alla realizzazione di staccionate elettriche, recinzioni in metallo rafforzato, dissuasori sonori nonché il ‘Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola’ per indennizzare, con primi 35 milioni di euro, coloro che vengono colpiti dalle restrizioni nella movimentazione degli animali e nella commercializzazione dei prodotti derivati, in funzione dei territori maggiormente interessati. 

IL DECRETO PER ARRESTARE LA DIFFUSIONE DELLA PSA

Analizziamo nel dettaglio il provvedimento. Innanzitutto viene prevista l’adozione di piani regionali, entro 30 giorni e previo parere dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e del Centro di referenza nazionale per la peste suina. Il decreto ne definisce le procedure e le competenze per l’attuazione, comprese le attività relative agli animali abbattuti e demanda ad un decreto ministeriale la definizione dei parametri tecnici di biosicurezza per gli allevamenti suinicoli. Per l’attuazione dei piani ci si potrà avvalere delle guardie provinciali, dei cacciatori coadiutori delle stesse e dei soggetti abilitati alla caccia con metodi selettivi mentre all’interno delle aree protette i prelievi sono eseguiti dal personale del relativo ente di gestione. La supervisione spetta al CUFAA (Comando delle unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri) nonché alla ASL competente territorialmente. 

Il decreto-legge prevede, come fortemente richiesto sin dal primo momento dal MoVimento 5 Stelle e dall’amico e collega Filippo Gallinella (Presidente della Commissione Agricoltura della Camera), la nomina di un Commissario straordinario con compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire e contenere la diffusione della peste suina africana. La nomina ha luogo con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministero della Salute di concerto con il Mipaaf e il Ministero per gli Affari regionali e le autonomie. Il Commissario straordinario, che rimarrà in carica per dodici mesi a titolo gratuito, deve coordinare i servizi veterinari delle ASL locali e delle strutture territorialmente competenti, verificare la regolarità dell’abbattimento e della distruzione degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse di suini nonché le procedure di disinfezione svolte sotto il controllo della competente ASL. Al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli e far fronte a situazioni eccezionali, il Commissario ha il poter di adottare con atto motivato provvedimenti contingibili e urgenti. Se le Regioni non adottino i piani entro i termini previsti e, trascorsi ulteriori trenta giorni dal sollecito del Presidente del Consiglio, il Commissario straordinario può provvedere in via sostitutiva. Avremmo voluto un maggiore potere decisionale e autonomo perché è ancora vivo il ricordo del Generale Silletti in Puglia nel fronteggiare l’avanzata della Xylella fastidiosa: senza determinate funzioni, il Commissario ha dovuto sottostare ai cavilli burocratici e amministrativi che, di fatto, ne hanno minato alle fondamenta l’efficacia del piano elaborato per salvare gli ulivi pugliesi dal temibile batterio da quarantena. Il decreto, infine, prevede l’obbligo di segnalazione di rinvenimento di cinghiali feriti o deceduti, pena una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 500 euro. 

È un difficile e complesso periodo, con una situazione congiunturale devastante e che mette a rischio tantissime imprese del comparto primario, anche le più sane e redditive. Il Parlamento farà la sua parte e sarà al fianco degli agricoltori e degli allevatori italiani.

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