La Russia sarà più debole dopo la vile occupazione dell’inerme Ucraina. Rischia non solo l’isolamento diplomatico, la perdita di credibilità internazionale ma anche un arretramento pesante delle sue condizioni economiche e sociali. Se le sanzioni, stavolta, saranno adottate con intelligenza e determinazione a soffrirne non sarà come sempre solo il popolo, ma anche il mondo finanziario, imprenditoriale, la classe agiata e la ristretta élite degli oligarchi che contornano il despota.
Putin non è più un interlocutore credibile e non può più rappresentare adeguatamente un Paese e un popolo con cui tutti noi vogliamo avere ottimi rapporti di pace e cooperazione. Ha inventato un nemico di comodo, la Nato, per giustificare un’aggressione sulla quale non erano d’accordo parte del suo governo, dei servizi di sicurezza e della nomenklatura economica russa. Questa guerra solitaria è frutto di un delirio di potenza. Dopo 23 anni di potere assoluto e con la voglia di tenerlo stretto per altri 14, Putin è prigioniero di se stesso, dei fantasmi del suo passato, di una insana nostalgia imperiale che nulla ha a che vedere con il benessere del popolo russo. E la guerra è lo strumento tipico dei leader nazionalisti per giustificare il loro potere. Ma la storia insegna che è anche l’inizio della loro fine.
La Nato si è allargata ad Est da 20 anni. In questo periodo nessun gesto ostile è mai venuto dall’Occidente nei confronti della Russia che invece ha esteso la sua presenza in Medio Oriente e in Africa, sostenendo regimi sanguinari, Talebani inclusi, approfittando anche della superficialità con cui Usa ed Europa gli hanno lasciato campo libero.
In questi 20 anni l’Europa ha aperto le braccia alla Russia confidando di avere a che fare con un Paese voglioso di benessere economico e sociale, in pace – se non proprio col mondo-almeno con il Vecchio Continente. Abbiamo stretto legami fortissimi tra le nostre economie e quella di Mosca. Un ex cancelliere della Germania è diventato perfino consulente del polmone economico, Gazprom. E tutto questo, secondo Putin lo abbiamo fatto per minacciare la Russia? Siamo stati perfino troppo ingenui a pensare che la dipendenza dal gas non sarebbe mai stato un cappio per ricattarci. E invece Putin ha rovinato tutto.
Ora non resta che correre ai ripari non solo nel breve ma anche nel lungo periodo. La Russia, fino a quando c’è Putin non è un partner economico affidabile. Il Presidente Biden è stato chiaro: le sanzioni dovranno colpire al cuore l’economia russa. Putin pagherà un prezzo enorme per questo errore storico che costerà tante vite umane. L’Occidente, insomma, stavolta vuol fare sul serio. Ne va anche della sua sopravvivenza.