Il Consiglio di Sicurezza Onu si avvia a votare la bozza di risoluzione elaborata da Usa e Albania che condanna la Russia per la violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Il voto potrebbe arrivare già in giornata per poi passare quasi sicuramente in Assemblea Generale dato l’ovvio veto russo. L’obiettivo è raggiungere comunque la più estesa maggioranza possibile per permettere a Washington e gli alleati di dimostrare che la Russia è isolata a livello internazionale per le sue azioni sull’Ucraina, esattamente come avvenne nel 2014 dopo l’annessione della Crimea. In quell’occasione la risoluzione americana ottenne 13 voti a favore, il veto di Mosca e l’astensione della Cina. Passata in Assemblea Generale, il testo ottenne 100 voti a favore, 11 contrari, 58 astenuti e una ventina di paesi che non si espressero.
Europa e Gran Bretagna solidali con l’Ucraina
La condanna dell’Europa è unanime. “L’obiettivo di Putin è colpire la stabilità europea” ha detto la Von der Leyen, che promette dure sanzioni. “Non ci sono giustificazioni. Putin ha commesso un grave errore”, è il severo commento del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha immediatamente bloccato il gasdotto russo Nord Stream2, mentre il presidente francese Macron definisce quello russo un atto di guerra al quale rispondere senza debolezza: “Putin scegliendo la guerra ha sferrato il più grave colpo alla pace da diversi decenni”. Condanna anche da parte del governo spagnolo che si dichiara “solidale con il governo e il popolo ucraino”. Per Draghi l’iniziativa russa è ingiustificata e ingiustificabile: “Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione”.
Per il polacco Duda: “La crisi in Ucraina è la situazione più difficile che la Nato e l’Unione europea si trovano ad affrontare dagli eventi del 1989 che portarono al crollo del blocco politico dell’Est”. Di segno contrario il capo del Parlamento serbo Ivica Dacic, impegnato nel negoziato di adesione all’Unione europea, ma fortemente legato anche alla Russia. “Chi difenderà i nostri interessi?”, ha infatti dichiarato richiamando i fatti del 1999 quando la Nato – a sua detta – aggredì militarmente la Jugoslavia conquistando con le armi il Kosovo. Per la Turchia, invece, il riconoscimento delle repubbliche del Donbass è “inaccettabile. Il riconoscimento dell’autonomia di Donetsk e Luhansk è una decisione che viola il trattato di Minsk”. Subito Fuori i confini europei, il premier britannico Boris Johnson lavora con gli alleati su un “massiccio pacchetto di sanzioni economiche” progettato per “azzoppare l’economia russa” e invita a non girarsi dall’altra parte: “Le bombe cadono su una popolazione innocente, non è un Paese lontano di cui sappiamo poco”.
America, Giappone e Israele alleati
Biden invia soldati americani in ambito Nato nella limitrofa Polonia, pronte a intervenire in caso di estrema necessità: “Gli Usa e gli alleati risponderanno in modo unito e deciso. Le preghiere del mondo sono con loro. La Russia ne renderà conto”. Gli alleati possono contare anche sul Giappone. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato che il suo governo ha già varato un pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il Governo di unità nazionale libanese “si unisce alla comunità internazionale nel suo appello alla Russia affinché si astenga dal lanciare qualsiasi operazione militare contro l’Ucraina” e l’israeliano Yair Lapid ha dichiarato: “In caso di guerra, sosterremo il nostro alleato, gli USA”. Anche se in realtà Israele si ritrova a dover contemperare il proprio impegno verso l’alleato americano con la paura di urtare il presidente russo Vladimir Putin per le possibili ripercussioni della crisi ucraina sul Medio Oriente, soprattutto in area siriana. Al momento nessuna dichiarazione dagli Emirati Arabi.
Corea del Nord e Siria al fianco di Putin. Cina: “Non è invasione”
Tra gli alleati di Putin la Corea del Nord. Pyongyang è intervenuto pubblicamente a sostegno della Russia accusando Stati Uniti e Nato di rappresentare una minaccia per la sicurezza di Mosca “con illazioni” circa un suo dispiegamento militare. Anche il presidente siriano Bashar al Assad, il più fedele alleato di Putin in Medio Oriente, ha annunciato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Luhansk e Donetsk. Ma più di tutto la Russia può contare su un certo appoggio cinese. In una conversazione telefonica con l’omologo russo Sergej Lavrov, Wang Yi ha detto “La Cina ha sempre rispettato la sovranità e l’integrità territoriale dei Paesi. Allo stesso tempo, si rende conto che la questione ucraina ha le sue ragioni storiche complesse e particolari, e comprende i legittimi timori della Russia in materia di sicurezza”. La “mentalità da Guerra fredda” deve essere “abbandonata completamente”, ha sottolineato il ministro degli Esteri di Pechino, e deve essere creato “un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile” attraverso il dialogo e la negoziazione. La Cina invita alla moderazione, rifiutando di definire l’azione militare russa una “invasione”, accusando di fatto l’Occidente di avere un atteggiamento “prevenuto” e continuando a rispettare i normali scambi commerciali consolidati sia con la Russia che con l’Ucraina, compresi quelli nel settore energetico. Posizione ambigua che fa tremare Taiwan che teme che la Cina approfitti della situazione per dare concretezza alle proprie mire sull’isola. La presidentessa taiwanese Tsai Ing-wen ha condannato l’attacco russo contro la “sovranità ucraina”, ma ha anche chiarito che Taipei “continuerà a rafforzare la sua preparazione alla risposta agli sviluppi militari nello Stretto di Taiwan”, segno che effettivamente l’isola teme eventuali colpi di coda di Pechino.