venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

Proteste per il gasolio alle stelle. Tir, tensione alle stelle. Sindacati: subito gli aiuti

Scatta la protesta dei camionisti con fermi simbolici, incolonnamenti e velocità ridotta. Ma nell’autotrasporto la tensione è salita alle stelle dopo il nulla di fatto nella trattativa con il Governo per aiuti al settore per contrastare il caro gasolio. Le imprese, sottolineano le Associazioni di categoria, non sono più in grado di sopportare e assorbire gli extra costi del gasolio per autotrazione, che ha superato i 1.73 euro al litro e l’impennata del costo del gas naturale liquefatto per i veicoli più moderni, che ha raggiunto i due euro.

Blocchi e rallentamenti

La protesta si è estesa a macchia d’olio soprattutto nell’area del centro sud dopo l’incontro infruttuoso con il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova, che ha riferito il nulla di fatto, nell’individuare soluzioni concrete a favore degli autotrasportatori.

Situazione esplosiva

Con l’80 per cento delle merci che transita su gomma la situazione è considerata “potenzialmente esplosiva”, in quanto la logistica è uno snodo vitale per tutte le attività del Paese. Con il blocco dei Tir si rischia un effetto domino a catena, il principale è non avere merci a sufficienza nei supermercati, materie prime per le imprese manifatturiere, così come ci sarà una immediata carenza di semilavorati nelle industrie di trasformazione alimentari.

Impossibile andare avanti

“Senza aiuti non possiamo andare avanti”, sostengono le imprese dell’autotrasporto. Dalle critiche all’azione il passo è stato breve. I camionisti si sono mobilitati con blocchi spontanei segnalati un po’ ovunque. In Sicilia la protesta è stata promossa dall’Aias, l’associazione imprese autotrasportatori siciliani, ed ha coinvolto decine di Tir, così come in Puglia, le due Regioni con maggiori rallentamenti e incolonnamenti. Forti disagi per gli automobilisti si sono registrati nel Lazio, lungo la statale Pontina (Roma-Latina) e in Molise. Nel pomeriggio di ieri la situazione si è fatta difficile in diverse zone della Campania. Gli autotrasportatori hanno bloccato il casello dellʼautostrada di Nola, nella città metropolitana di Napoli, sottolineando l’impennata dei prezzi. “Noi lavoriamo a neppure 90 centesimi a chilometro. Con il gasolio che arriva a 1,72 come possiamo andare avanti?”.

Filiera alimentare in allarme

La Italmopa, l’associazione industriali mugnai d’Italia, annuncia che le proteste avranno un forte impatto sull’operatività delle filiere nazionali di pasta e pane. “Le iniziative degli autotrasportatori stanno determinando il fermo produttivo di numerosi impianti molitori”, fa presente Emilio Ferrari, presidente di Italmopa, “che operano nelle regioni in cui è attiva la protesta. Regioni peraltro particolarmente significative, a livello nazionale, nella produzione sia di frumento duro, sia di semole di frumento duro destinate alla produzione di un prodotto simbolo della nostra dieta quotidiana: la pasta”. Una crisi che supererà quella del fermo innescata dal Covid. “I rallentamenti hanno già provocato interruzioni sia nell’approvvigionamento in frumento duro dei nostri molini, sia nella fornitura di semole di frumento duro all’industria pastaria”, rivela Enzo Martinelli, presidente della sezione molini a frumento duro di Italmopa.

L’ira dei camionisti

Il coordinamento delle associazioni dell’autotrasporto italiano, Unatras spera ancora in un cambio di attenzione da parte del Governo e sottolinea che “Le trattative proseguono a oltranza”. Ma l’attesa sarà per questioni di ore. “Senza risposte positive da parte del Governo, daremo il via a iniziative di protesta, fermo compreso, naturalmente nel rispetto della legge”, annunciano le principali associazioni di autotrasporto, a partire dalla Cna-Fita, riunite in Unatras che ha tenuto ieri il comitato esecutivo.
I temi centrali sono stati ribaditi dai manifestanti. “L’aumento del gasolio e dell’Ad-blu, del costo dei pneumatici e dell’energia, le strade impraticabili, la patente a punti presente soltanto in Italia; il prezzo dei pedaggi autostradali e la carenza degli autisti”.

Protesta che dilagherà

Oggi se non ci saranno risposte significative da parte del Ministero delle infrastrutture e trasporti, la protesta dilagherà. Il malcontento non si limiterà a rallentare il traffico, e far sostare i Tir nelle aree di servizio, si prevede un blocco che paralizzerebbe il Paese nel giro di due giorni. Da sottolineare che le Associazioni di categoria e i sindacati invitano alla calma perché si rischia che la la rabbia dei camionisti possa uscire dai binari del “metodo” di un confronto sindacale.

Appello dei sindacati

Ad intervenire è la Fit-Cisl con una nota dai toni preoccupati.
“Chiediamo al Governo di non ignorare la crisi da caro-carburante che sta colpendo l’autotrasporto merci, uno dei settori più strategici per un Paese manufatturiero come è il nostro”, sottolinea la Fit-Cisl, “Da un lato il Governo con il decreto Milleproroghe ha meritoriamente introdotto voucher per aiutare i giovani under 35 a conseguire le costose patenti e abilitazioni necessarie per guidare i mezzi pesanti, dall’altro”, secondo il Sindacato, “coerentemente ora deve agire per sostenere il settore colpito dalla crisi energetica”. “Già adesso”, prosegue la Federazione dei trasporti della Cisl, “la situazione è tesa: in un comparto dove vanno risolti i problemi di sistema preesistenti, non ci si può permettere un blocco che metterebbe in crisi l’intera filiera”.

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