Dopo la panchina rossa per le donne vittime di violenza e quella blu per la parità genitoriale, è stata inaugurata stamane nella piazza del Tribunale, a Messina, una terza panchina, “bianca”, dedicata ai minori, spesso oggetto di contesa da parte dei genitori in caso di separazione.
L’installazione evoca il loro candore, la loro innocenza e rappresenta un prezioso monito, intriso di significato, e un insegnamento per tutti coloro che devono salvaguardare i diritti inderogabili dei “nostri figli”: madri, padri, magistrati, avvocati, assistenti sociali e tutti gli operatori del processo di famiglia. L’iniziativa, nata da un’idea del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina Domenico Santoro, e fatta propria dal Rotary Club Stretto di Messina, già guidato da Mary Guerrera, oggi past president, accende i riflettori sulla necessità di una maggiore tutela durante i processi riguardanti la famiglia: “I figli – come recita la targa collocata sulla panchina – hanno diritto di amare e di essere amati da entrambi i genitori”.
Al momento inaugurale hanno preso parte anche la presidente del Tribunale di Messina Marina Moleti, la presidente del Tribunale per i minorenni Maria Francesca Pricoco, la presidente della Prima sezione del Tribunale della famiglia Caterina Mangano, il CPO Comitato Pari Opportunità dell’Ordine e alcune associazioni forensi: tutti gli intervenuti si sono complimentati per l’originalità del progetto che mette in luce prima di tutto il “diritto all’amore”.
Di recente si sta lavorando in questa direzione grazie ad un maggiore coinvolgimento dei minori nell’iter giudiziario e alla specializzazione dei professionisti: “Tutti gli attori del processo di separazione e divorzio – ha spiegato Santoro – devono avere come obiettivo prioritario la tutela e l’interesse del minore e garantire i suoi diritti inviolabili, così grazie alla virtuosa collaborazione con la magistratura locale, si sta predisponendo un registro di avvocati, formati e specializzati non solo nel diritto di famiglia ma che dunque vantano una specifica competenza multidisciplinare ed esperienza sul campo, quali curatori speciali del minore, utile ad un miglioramento delle prerogative e delle esigenze della prole”.
Difatti spesso i figli sono risultati completamente estranei al “contenzioso”, finendo per diventare vittime di conflitti giuridici tra genitori e rispettivi avvocati: adesso si cambia rotta grazie ad atteggiamenti processuali che mettono al centro il minore e tentano di evitare la crisi familiare, che diventa crisi anche della società. “Le istituzioni interessate, e in primis noi avvocati – ha proseguito Santoro -, abbiamo una grande responsabilità morale e sociale quando ci occupiamo di genitori e figli; questi ultimi devono essere assolutamente considerati parte formale del processo, vanno ascoltati e devono avere un loro difensore, nominato dal magistrato (anche a spese dello Stato) ed estraneo ed equidistante rispetto al conflitto tra madre e padre.
In questo senso stiamo aggiornando il protocollo d’intesa, già firmato dal nostro Ordine anni fa, che prevede l’audizione del minore nella sede di Palazzo Carrozza, e si colloca nella direzione giusta e opportuna di un più efficace diritto collaborativo utile per una mediazione familiare. Infine – ha concluso il presidente dell’Ordine – chiediamo a tutte le persone coinvolte non solo competenza professionale e giuridica, ma anche una maggiore sensibilità nei confronti dei bambini, che rappresentano il nostro futuro”.