A gennaio si registra un miglioramento per la cassa integrazione in Italia, con un calo rispetto a dicembre ma anche in confronto al primo mese del 2021. Inoltre, le ore autorizzate a gennaio di quest’anno fanno registrare il valore mensile più basso dall’inizio della pandemia, ovvero da aprile 2020. È quanto emerge dal report prodotto dal Centro Studi di Lavoro&Welfare in collaborazione con Studio Labores di Cesare Damiano che presenta i numeri, elaborati sui dati Inps, Istat e ministero del Lavoro, della Cig a gennaio.
A gennaio di quest’anno le ore di Cig+Fis richieste e autorizzate si sono ridotte del 30,06% rispetto al mese precedente e del 61,18% rispetto a gennaio 2021. Dopo l’aumento registrato a dicembre, a seguito della nuova ondata di contagio da Covid-19, sul lungo periodo si consolida ora la tendenza alla riduzione.
Tuttavia, la media delle ore autorizzate negli ultimi dodici mesi resta alta ed è di 224 milioni di ore-mese, anche considerando un ulteriore calo delle ore di Cig utilizzate, in base al “tiraggio”, fino a novembre 2021.
A influenzare, però, la richiesta di ore di Cig non è solo il Covid: ora si fanno sentire anche le riduzioni produttive indotte dalla carenza e dall’incremento del costo delle materie prime.
L’ultimo forte aumento delle ore è stato a giugno 2021 (+142,88%), poi è iniziata una fase di riduzione fino a novembre. In seguito, il mese di dicembre ha fatto registrare un nuovo aumento sul mese precedente (+32,54%) ma a gennaio 2022 le ore di Cig sono tornate a diminuire e si registra una riduzione del 90,12% su aprile 2020.
Tra i settori, il commercio è quello che ancora richiede più ore di Cig; segue quello meccanico.
In generale, nel Paese, tornano a diminuire le ore di Cigs, Cigo, Cigd e Fis. A gennaio di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021, quelle di Cig+Fis si sono ridotte del 61,18%, con 84,4 milioni di ore. Per quanto riguarda la cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), a gennaio le ore sono diminuite consistentemente sul mese precedente (-30,15%) e si sono ridotte anche rispetto a gennaio 2021 (-55,55%). Anche la cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) a gennaio di quest’anno è diminuita rispetto al mese precedente (-11,55%) e rispetto a gennaio del 2021 (-36,19%). Tuttavia, la Cigs è aumentata nel settore del legno, in quello alimentare, pelli e cuoio, carta e poligrafiche e in quello edile.
Anche la cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) si è ridotta nel mese di gennaio 2022 rispetto a quello precedente (-13,50%) e rispetto al primo mese del 2021 (-58,18%). Stessa tendenza alla riduzione pure per i Fondi di Solidarietà (Fis), che a gennaio di quest’anno sono diminuiti sul mese precedente (-47,20%) e rispetto a gennaio 2021 (-74,09%). Continua a cambiare, poi, la composizione delle aziende che ricorrono ai decreti di Cigs, tra le quali diminuiscono i grandi gruppi commerciali e industriali con molte unità produttive presenti sul territorio nazionale. Il numero delle aziende in crisi che fanno ricorso a decreti di Cigs nel 2022 è diminuito su gennaio 2021 attestandosi a 182 (-38,51%), con 471 siti aziendali (-33,10%). Sul piano geografico, le regioni nelle quali si registra il numero maggiore di decreti di Cigs sono Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Nel Paese, inoltre, sono in riduzione i ricorsi per crisi aziendale e anche i contratti di solidarietà diminuiscono.
In base ai dati del rapporto, le aziende che hanno chiuso definitivamente passando attraverso i decreti di Cigs sono 11 (-65,63%) e rappresentano il 5,50% sul totale dei decreti.
Infine, secondo il report, considerando le ore totali di Cig equivalenti a posti di lavoro con lavoratori a zero ore, nell’intero mese di gennaio si determina un’assenza completa di attività produttiva per oltre 500 mila lavoratori, di cui oltre 100 mila in Cigs, 120 mila in Cigd, oltre 160 mila in Cigo e 138 mila in Fis. In base alle ore di Cig nel 2022, a gennaio, si sono perse 10,5 milioni di giornate lavorative.