mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Turismo, sostenibilità e accessibilità all’Uer di Roma

“Sviluppo locale e turismo. Una lettura attraverso il paradigma della sostenibilità e accessibilità”. Questo il titolo del convegno in programma martedì 29 ottobre, alle 10.00, all’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi 190).

L’incontro sarà aperto da un saluto del Rettore Padre Pedro Barrajón LC e dall’introduzione di Gianluca Casagrande, vicecoordinatore del corso di laurea in Turismo e Valorizzazione del territorio e Direttore del GREAL – Università Europea di Roma.

Il dibattito ha l’obiettivo di riflettere sui criteri per lo sviluppo del turismo nei prossimi decenni. Il turismo da una attività antropica “smokeless”, senza effetti inquinanti, si sta modificando ad una attività con diversificati impatti sia per il crescente numero di turisti, che di anno in anno viaggiano per tutto il nostro pianeta, sia per il gravoso impatto ambientale conseguente. Così il turismo rischia di divenire, se non giustamente pianificato a livello locale – “pensa globalmente e agisci localmente” -, una minaccia dei cambiamenti climatici e di ostacolare la convivenza sociale.

Secondo la professoressa Carmen Bizzarri, docente nel Corso di Turismo dell’Università Europea di Roma “per limitare tali possibili pericoli è necessario agire immediatamente con politiche volte alla diminuzione dell’uso delle risorse naturali, attivando le tecnologie appropriate e innovative per i territori, ma soprattutto declinando il turismo verso una equità sociale intergenerazionale e intra-generazionale.

Nel turismo la sostenibilità sociale, infatti, sarà in grado di realizzarsi quando il turismo diventa inclusivo grazie ad una nuova modalità di progettare il prodotto turistico, che sarà pianificato con attività non solo accessibili, ma inclusive, ovvero offrendo a tutti gli ospiti potenziali ed effettivi di vivere l’esperienza turistica nella sua totalità con attenzione alla persona, alle sue esigenze e ai suoi bisogni”. “Il turismo inclusivo – conclude – è, d’altronde, un turismo che va oltre le barriere sociali, di genere, di pelle o di età, consolidando la prospettiva etica di un mondo che potenzialmente è per tutti e dove ognuno può trovare un proprio altrove per stare in armonia con sé stesso e con il creato”.

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