La crescita del Pil dell’economia italiana supererà la media Ue anche nel 2022. È quanto emerge dalle previsioni economiche di inverno dalla Commissione europea.
Seppur solo di 0,1 punti percentuali in più rispetto alla media della zona euro e della media Ue, con il 4,1% di crescita del Pil l’economia italiana confermerà il momento di solida ripresa nonostante le stime al ribasso rispetto alle previsioni economiche d’autunno, che prevedevano un aumento di Pil del 4,3%. Il Bel Paese dovrebbe mostrare ritmi di crescita più elevati di Germania, Francia (che cresceranno entrambi del 3,6%) e Paesi Bassi (il cui aumento del Pil raggiungerà il 3%), ma meno consistenti delle percentuali che ci si aspetta per Spagna (+5,6%), Portogallo (+5,5%) e Grecia (+4,9%).
“Tornando ai livelli di Pil pre-pandemici l’Italia fa segnare un record se si pensa che l’Unione Europea ha impiegato 7 anni per tornare al tenore originario del 2008-2009”, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.
Le stime dell’esecutivo europeo preannunciano una moderazione della crescita degli investimenti nei prossimi due anni rispetto ai ritmi del 2021, ma garantiscono una loro “crescita solida” supportata dal Piano di Ripresa e Resilienza approntato dall’Italia e dalle esportazioni, che riceveranno un’ulteriore spinta nel 2022. “Il settore dei servizi contribuirà particolarmente alla crescita delle importazioni e beneficerà dalla ripresa graduale del turismo internazionale”, si legge nella relazione della Commissione. “La domanda interna e la spinta data agli investimenti dal Piano di Ripresa e Resilienza saranno i principali artefici dell’espansione nel 2022″, ha continuato Gentiloni.
La crescita dell’economia scenderà al 2,3% rispetto al 2022, a una media cioè più bassa del +2,7% riscontrata nell’Eurozona e del +2,8% medio osservato nell’Ue. Germania e Paesi Bassi potrebbero far meglio rispettivamente con un +2,6 e un +2,7%, mentre la Spagna confermerà ritmi di crescita sostenuti con un +4,4%.
L’inflazione mostrerà un andamento analogo. Attestandosi al 3,8%, a un tasso cioè superiore al 3,5% della media dell’Eurozona, la crescita dei prezzi rallenterà fino al 1,6% nel 2023, scivolando sotto la media dell’1,7% dell’area euro. Le previsioni di Bruxelles prevedono che in Italia il picco inflazionistico causato dall’aumento dei prezzi dell’energia e di altri prodotti, come i fertilizzanti, sarà registrato nel trimestre del 2022, ma sarà seguito da livelli elevati di aumenti dei prezzi per tutto l’anno spingendo all’insù anche i prezzi dei beni alimentari”.
I contratti nel settore manifatturiero “creeranno una pressione al rialzo sui salari”, sebbene “la stasi nel mercato del lavoro continuerà a persistere”, si legge nel rapporto. La situazione resta sotto controllo, ma secondo Gentiloni richiede regole comuni per sostenere lo sviluppo economico e per non strozzare troppo la ripresa. “La riforma del Patto di Stabilità e Crescita sarà centrale per tenere sotto controllo il debito nei Paesi ad alto rischio senza rallentare la crescita”, ha affermato il commissario riferendosi alla discussione sulla modifica delle regole fiscali che la Commissione avvierà dal prossimo marzo.