Al nord non piove da 2 mesi ed il vento caldo alimenta il rischio incendi. Terreno arido e senza acqua come a Ferragosto. Sono gli aspetti di una natura in affanno per le temperature anomale di un inverno mite e senza pioggia. Il primo preoccupante effetto che fioririscono i prati e gli alberi fuori stagione, seccando laghi e fiumi con crescente allarme per le coltivazioni.
La siccità
Il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di un meteo pazzo dopo un 2021 bollente che si è classificato al decimo posto dei più caldo dal 1800 facendo segnare una temperatura superiore di ben 0,71 gradi
rispetto alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr nell’anno solare.
“Da nord a sud”, sottolinea la Coldiretti, “sbocciano le gemme sugli alberi e fioriscono le primule nei prati come i mandorli e le mimose mentre nella pianura padana le coltivazioni seminate in autunno come
orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità”.
Irrigazioni forzate
A preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di
soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nelle prossime due settimane partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche.
“L’andamento climatico ha l’effetto”, precisa la Coldiretti, “di ingannare le coltivazioni favorendo un “risveglio” anticipato che le rende poi particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili, a partire dagli alberi da frutto”.
Moria di gemme e incendi
Il brusco abbassamento della colonnina di mercurio al sotto dello zero provocherà inevitabile una moria di gemme con i raccolti compromessi.
“Per la prolungata mancanza di precipitazioni”, continua la Coldiretti, “è allarme anche nei boschi dove si sono moltiplicati gli incendi favoriti dal vento con la dichiarazione dello stato di massima pericolosità in molte aree del nord”.
Meno acqua di Ferragosto
Il fiume Po è in secca con il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3 metri, più basso che a Ferragosto d’estate ma in crescente difficoltà sono anche i grandi laghi che hanno percentuali
di riempimento che vanno dal 15% dell’Iseo al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore, secondo il monitoraggio della Coldiretti. “A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di
neve nell’arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -58%”, sottolinea ancora la Confederazione, “Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi
estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, siccità e alluvioni ed il rapido passaggio dal freddo al caldo che ha fatto perdere”, conclude la Coldiretti, “oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.