“Il liceo di quattro anni non piace a studenti e famiglie: lo dicono le poche iscrizioni alla forma ridotta di scuola superiore. Solo un terzo dei 1.001 posti disponibili su base regionale è stato “prenotato”. I dati, resi noti oggi dal Sole 24 Ore e riportati dalla stampa specializzata, certificano un fallimento o quasi del progetto, con il Ministero dell’Istruzione costretto, per incentivare ulteriori adesioni, a posticipare al prossimo 14 febbraio la nuova scadenza”.
Lo afferma in una nota il sindacato Anief, che si è dichiarato sempre contrario alla sperimentazione quadriennale della scuola secondaria di secondo grado: già nel 2018 disse pubblicamente che il tempo scuola non va ridotto, ma ampliato, anticipando di un anno l’inizio della scuola dell’obbligo, introducendo un’annualità ‘ponte’ durante la quale far operare, in compresenza, maestre della scuola dell’infanzia e primaria.
“L’anticipo a cinque anni – spiega il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico – avrebbe anche sopperito al problema del precariato, con l’assorbimento di decine e decine di migliaia di supplenti storici oggi ancora in attesa della stabilizzazione. I cinque anni di corso alle superiori non possono essere ridotti o compressati, ancora di più in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo di emergenza pandemica che rende più difficile l’apprendimento formativo.
Ma la proposta ‘madre’ per noi rimane quella dell’estensione dell’obbligo scolastico da 16 a 18 anni, utile a ridurre gli abbandoni scolastici precoci, che attorno ai 16 anni raggiungono l’apice. E noi, anziché obbligarli a venire a scuola gli diciamo di lasciare la scuola e di andare così a fare i Neet”.
“Se proprio si deve mettere mano alle superiori – conclude Pacifico -, allora si riveda l’impianto del Pcto, si riporti il numero di ore settimanali alla quantità maggiore in vigore alla riforma Tremonti-Gelmini, si raccordi in modo strutturale il percorso della scuola secondaria di secondo grado con gli altri cicli scolastici, si investa seriamente nel post-diploma, si associ il percorso delle superiori in modo proficuo con il mondo accademico, si valorizzi ulteriormente il valore legale del diploma di Stato”.