Senza leadership e a corto di idee. E ora con tanti veleni e accuse di tradimento. Peggio di così non poteva finire.
La sconfitta sul Quirinale è stato solo l’ultimo atto del tramonto della coalizione inventata nel 1994 da Berlusconi: un caleidoscopio formato dal partito nazionalista di Fini, da quello federalista di Bossi e da reduci della Dc e del Psi.
Per 20 anni ha ruotato intorno al sole del Cavaliere senza mai diventare un grande rassemblement conservatore. Poi, con il declino personale di Berlusconi, culminato nel flop della sua candidatura al Colle, ognuno è andato per la sua strada: è esplosa la competizione tra Salvini e Meloni, Forza Italia ha perso smalto.
La legislatura iniziata 4 anni fa è stato un massacro per il centro-destra, da quando Salvini decise di allearsi con i 5 Stelle nel primo governo Conte. Ora, nei panni del federatore di una coalizione contro la sinistra Salvini sembra stare stretto.
L’ipotesi di una Lega “moderata”
La difficoltà principale del centro-destra negli ultimi anni è stata l’assenza di una trazione moderata. Ha prevalso l’impostazione barricadiera di Salvini che ha messo in soffitta il sogno di Berlusconi di un grande partito modello Ppe. Salvini ha spostato la Lega su posizioni simili a quelle di Marie Le Pen, ha parlato alla pancia di un’Italia spaventata aumentandone l’insicurezza. Si è contagiato con il populismo dei 5 stelle e ha messo in secondo piano la rappresentanza di ceti produttivi che delle paure non sanno che farsene e cercano soluzioni concrete e non slogan ad effetto. Dopo l’estate del Papeete, Salvini è tornato a fare l’opposizione riunendosi a FdI e Forza Italia. Ma il suo comunicare eccessivo e confuso ha messo in risalto la leadership più lineare e coerente di Meloni. Così è iniziato un travaso di voti dal Carroccio verso FdI che ha dissanguato la Lega, passata dal 34% delle europee di 3 anni fa a meno della metà dei consensi nei sondaggi.
Salvini ha gestito malissimo la vicenda Quirinale. Ora lancia pesanti accuse agli alleati. Ma insieme si propone come costruttore di una nuova alleanza contro la sinistra. Per riuscire nell’intento dovrebbe trasformare la Lega in quel che fu Forza Italia delle origini, un partito moderato capace di annodare fili tra alleati distanti e dargli anche contenuti nuovi. Ma il capo del carroccio è un uomo di rottura non proprio un tessitore. E preferisce ancora i toni populistici a quelli concreti tipici di un partito conservatore moderno di cui l’Italia avrebbe comunque bisogno.