martedì, 17 Dicembre, 2024
Economia

Energia e costi. Coldiretti: senza piani di stoccaggio imprese esposte alle speculazioni dei mercati internazionali

L’Italia dell’agricoltura rischia di pagare un prezzo più alto per il caro energia. Senza un piano di stoccaggio nazionale le imprese sempre più esposte ai repentini venti degli aumenti e delle speculazioni dei
mercati internazionali.

Corto circuito italiano

“Il caro energia”, evidenzia la Coldiretti, “sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale
per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri”.

Record storico

I prezzi delle materie prime alimentari a livello mondiale nel 2022 sulla base dell’indice Fao a gennaio che è salito a 135,7 punti, il massimo di sempre.
“Sono gli effetti degli accaparramenti, speculazioni e tensioni internazionali con la Cina”, sottolinea la Confederazione, “entro la prima metà dell’annata agraria 2022 avrà accaparrato il 69% delle riserve mondiali di mais per l’alimentazione del bestiame ma anche il 60% del riso e il 51% di grano alla base dell’alimentazione umana nei diversi continenti, con conseguenti forti aumenti dei prezzi in tutto il
pianeta e carestie, sulla base dell’analisi di Nikkei Asia sui dati del dipartimento americano dell’agricoltura”.

Bilanci in rosso

Se a livello mondiale i prezzi corrono, in Italia invece i compensi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Il balzo dei beni energetici si
trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. “Molte imprese agricole in Italia”, denuncia Coldiretti,
“stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre”, continua Coldiretti, “l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%)”.

Intervento sulle bollette

“Serve un deciso intervento per contenere la bolletta energetica nelle campagne e garantire continuità della produzione agricola ed alimentare”, sollecita il presidente della Coldiretti Ettore Prandini
nel precisare che occorre anche “responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle. ll Pnrr”, conclude Prandini, “è fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e
ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

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