“L’Italia non puo’ ulteriormente essere logorata da chi antepone le proprie ambizioni personali al bene del paese. Certamente io non voglio essere tra questi. Chiedo al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralita’, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al presidente della Repubblica Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse del paese”. E’ casini il primo a fare un passo indietro di fronte alla svolta che arriva da Salvini, che rilancia la riconferma del Presidente uscente Mattarella.
A margine del giuramento di Filippo Patroni Griffi a giudice della Corte costituzionale, Draghi e Mattarella si sono fermati in un colloquio privato di cui non si conoscono i contenuti ma è più che plausibile immaginare che fosse il primo passo per sondare la disponibilità di Mattarella a ritornare sui propri passi per la stabilità del Paese. Pochi minuti fa anche Berlusconi ha telefonato al Presidente uscente. Intanto Mario Draghi, secondo quanto si apprende, ha avviato contatti con tutti i leader dei vari partiti politici per invitarli a convergere sulla riconferma al Quirinale di Sergio Mattarella.
Questa mattina sembrerebbe, dunque, raggiunto l’accordo tra forze della maggioranza. Un consenso partito, secondo quanto ricostruito, da parti rilevanti del M5s, ma anche del Pd e dalle Autonomie, mentre via via le altre soluzioni sul tavolo (la ‘rosa’ del centrodestra, poi Maria Elisabetta Casellati, Elisabetta Belloni, Marta Cartabia, Pierferdinando Casini) venivano bruciate. Quello che nell’immaginario collettivo appare come il punto di svolta per la risoluzione di uno stallo che spaventa e di uno spettacolo che sembra denunciare il tramonto della politica, ha il sapore di una sconfitta della destra che lascia sconcertata Giorgia Meloni.