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Buio pesto sul Quirinale. Berlusconi il temporeggiatore. 5S divisi su Draghl. Poli spaccati

giovedì, 20 Gennaio 2022
1 minuto di lettura

Tutti invocano un accordo ampio ma intanto aumentano confusione e divisioni. Sia nel centrodestra  che nel  centrosinistra non c’è nessun accordo. Berlusconi prende tempo: forse aspetta di vedere che succede nelle prime tre votazioni per regolarsi. Salvini ha fretta e chiede una decisione entro sabato. Meloni pensa ad un possibile candidato non politico. Letta, Conte e Speranza non fanno nomi. Ma su Draghi metà dei 5 S è contrario, come anche Sinistra italiana.

Centrodestra senza una linea

Si erano lasciati dicendo: uniti su Berlusconi lo saremo anche se rinubncia. Ma ognuno va per la sua strada.

Berlusconi come Quinto Fabio Massimo

Il Cavaliere  non è uno che molla alla prima difficoltà. Insiste nel cercare i voti e vuol  capire  chi ,dopo di lui, ha più possibilità di farcela. Quando avrà chiaro lo scenario  deciderà: se si ritirerà vuol essere lui a fare per primo il nome del possibile vincitore e intestarsi il merito della sua elezione.

L’impazienza di Salvini

Il leader leghista,invece, ha fretta e chiede il vertice del centrodestra entro questa settimana.  Non vuol dare troppo tempo a Berlusconi e vuol prendere in mano lo scettro del comando del centrodestra. Operazione difficile.

Meloni va per la sua strada

Se Berlusconi lascia  Fratelli d’Italia non si farà dettare  la linea dalla Lega e proporrà ampia convergenza su un nome che venga dalla società civile. Bel gesto.

Centrosinistra diviso su Draghi

Letta, Conte e Speranza non hanno fatto nessun nome, neanche quello del Presidente del Consiglio. Ma forse ci hanno pensato, visto che metà dei 5S fa la fronda contro Conte e dicono: Draghi resti dov’è. Stessa scelta da parte di sinistra Italiana.

 Contro Draghi chi ha paura della crisi di Governo e delle elezioni

Sono tre i filoni dell’ostilità a Draghi. Quello “ideologico” a stento digerisce che stia a Palazzo Chigi,   quello che pronostica  un disastro sul Pnrr se Draghi sale al Colle e quello, molto ampio, di chi teme che il gioco sfugga di mano:se Draghi lascia  non si fa nessun governo e si va alle elezioni.

Gianni Letta si defila

A 86 anni ben portati potrebbe essere il piano B se Berlusconi lascia.In fondo fra 3 anni sarebbe alla soglie dei 90 anni e potrebbe dimettersi dando il via libera all’elezione di Draghi nel 2026. ma lui dice : “Io al Quirinale? Per carità”……

 

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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