Approvazione delle leggi delega in materia di processo civile e penale; interventi in tema di insolvenza e avvio del reclutamento per l’Ufficio per il Processo, il progetto per l’innovazione degli uffici giudiziari. Bilancio positivo quello tracciato nella relazione annuale sull’amministrazione della giustizia al Senato dalla ministra Marta Cartabia, che riconosce, però, che sono ancora molte le cose da fare.
Per la ministra Cartabia il processo di modernizzazione del nostro sistema giustizia concordato con le istituzioni europee è avviato: “Ad oggi, possiamo senza dubbio dire di aver conseguito e superato gli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2021”. Nonostante l’anno passato, dunque, sia stato pieno di continui imprevisti, sfide e problemi, l’Italia ha saputo trasformarlo anche in una serie di opportunità e di spinte al cambiamento, grazie soprattutto al sostegno dei partiti: “Conosco bene quanta disponibilità è stata chiesta a tutte le forze politiche – ha commentato la ministra – per trovare un terreno su cui convergere. Queste riforme sono figlie di un Governo sostenuto da una maggioranza amplissima, con sensibilità al suo interno molto distanti sulla giustizia ma con un comune senso di responsabilità per l’interesse del Paese”. Troppi ancora, però, i femminicidi, “una barbarie” come li ha definiti la Guardasigilli, deplorevoli le condizioni di alcune carceri e insufficienti gli strumenti di contrasto alla corruzione.
Carceri, superare il sovraffollamento con pene alternative
Le conseguenze della pandemia sono state amplificate dentro le mura del carcere “per chi ci lavora e per chi in carcere sconta la sua pena”, ha riconosciuto Cartabia. Il problema principale resta il tasso di sovraffollamento al 114% (54.329 detenuti su 47.418 posti regolamentari effettivi), “una condizione che esaspera i rapporti tra detenuti, rende assai più gravoso il lavoro degli operatori penitenziari” e ostacola percorsi di recupero. Una soluzione, per la ministra della Giustizia, sono le pene alternative alla detenzione per condanne lievi, attuabili a partire dall’attuazione della legge delega in materia penale.
Alcuni edifici “indecorosi e avvilenti”
Previsti anche interventi sulle strutture edilizie come la realizzazione di otto padiglioni. “Nuove carceri, nuovi spazi, non può significare solo nuovi posti letto. Oltre alle risorse del PNRR, per il triennio 2021-2023, abbiamo anche previsto circa 381 milioni per le indispensabili ristrutturazioni e l’ampliamento degli spazi”. Una attenzione è stata posta anche all’urgente tema della salute mentale in carcere e allo sblocco dei concorsi per l’assunzione di 1.650 nuovi allievi agenti. “Se vogliamo che non si ripetano più episodi di violenza e la pena possa davvero conseguire la sua finalità – ha dichiarato la Guardasigilli – occorre concepire e realizzare una strategia che operi su più livelli: gli improcrastinabili investimenti sulle strutture penitenziarie, un’accelerazione delle assunzioni del personale, una più ricca offerta formativa per il personale in servizio e la diffusione dell’uso delle tecnologie”.
La durata dei processi incide anche sull’economia nazionale e delle famiglie
“Sappiamo bene che la modernizzazione e l’efficienza del sistema giudiziario incidono direttamente sulla solidità economica del Paese”, ha proseguito la ministra. Secondo Banca d’Italia, la riduzione della durata dei processi di circa il 15% – obiettivo che la Guardasigilli ritiene che verrà raggiunto e superato – porta all’aumento di almeno mezzo punto percentuale del PIL, stimola gli investimenti interni ed esterni e “indirettamente migliora le condizioni di finanziamento per famiglie e imprese”. Risultati raggiungibili se le riforme del processo civile e del processo penale, ha sottolineato Cartabia, poggeranno su una imponente ristrutturazione dell’organizzazione del servizio giustizia, accompagnata dalla immissione di ingenti risorse umane e materiali.
La corruzione richiede “attenzione”, a breve anche Riforma del CSM
In tema di contrasto alla corruzione, l’Italia deve ancora perfezionare il recepimento della direttiva sul whistleblowing, il sistema integrato per la segnalazione di violazioni interne per PA e aziende private, mentre, per quanto riguarda la riforma del Csm, che il Pnrr ci impegna ad approvare entro il 2022, Marta Cartabia si è mostrata ottimista: “La Camera ha già calendarizzato la discussione in aula e quella scadenza dovrà essere rispettata”. Soddisfazione, infine, è stara espressa dalla ministra per il via libera da parte del governo francese all’estradizione di sette persone condannate in via definitiva per gravissimi reati commessi negli anni di piombo e rifugiatosi oltralpe.