Formazione e ammortizzatori sociali, per Confindustria servono riforme che tolgano “settori” garantiti da due miliardi di sostegni ma per gli industriali “non servono a nulla”. A parlare di riforme e come rendere più produttivi gli interventi economici dello Stato sono stati gli industriali e ed esperti del settore in un convegno promosso da Confindustria e Umana, in previsione del decollo della riforma degli ammortizzatori sociali in senso “universale” tracciata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Migliorare il lavoro
Il vicepresidente di Confindustria al Lavoro e alle Relazioni Industriali, Maurizio Stirpe, ha ricordato tre priorità delle imprese: “Chiediamo che il sistema di protezione abbia natura assicurativa, l’industria ha oltre 2 miliardi l’anno di avanzi che vengono usati per pagare gli ammortizzatori sociali a settori che non versano nulla. La Naspi deve avere delle condizionalità per spingere il disoccupato a cercare un posto di lavoro. Occorre distinguere tra le crisi irreversibili e quelle che hanno una possibilità di ripresa, che chiedono strumentazioni differenti”.
Transizioni occupazionali
Di fronte ai due grandi assi del cambiamento – l’innovazione digitale e la green economy – le transizioni occupazionali rappresentano la principale sfida del mercato del lavoro. “E richiedono una strumentazione adeguata, è stato sottolineato durante il convegno, “In questo quadro le aziende richiedono un aggiornamento continuo dei propri dipendenti che devono poter stare al passo con le innovazioni tecnologiche sulle quali si è investito. Un ruolo centrale è affidato alle politiche attive del lavoro, e alla formazione per garantire l’occupabilità dei lavoratori”.
Pregiudizi da superare
Per Pierangelo Albini, direttore Area Lavoro Welfare e Capitale Umano di Confindustria “è difficile progettare il futuro con gli strumenti del passato, ci sono ancora tanti pregiudizi da superare, occorre costruire sistemi di protezione sociale che siano sostenibili. E, soprattutto, non va dimenticato che occorre generare ricchezza per poterla poi distribuire”.
Innovazione e sostenibilità
Nella gestione delle transizioni occupazionali, le agenzie per il lavoro possono svolgere un ruolo importante, questa l’idea di Maria Raffaella Caprioglio, Presidente di Umana che ha sottolineato tre parole chiave: “innovazione, sostenibilità e politiche attive”.
Formazione continua
L’Ad di Umana, Giuseppe Venier ha ricordato che “le persone devono mettersi in gioco, la formazione più che un diritto è un dovere, è come l’obbligo scolastico, che esiste oltre al diritto allo studio. Anche la formazione produce un vantaggio non solo al singolo, ma a tutta società”.