In India Natale di sangue per i cristiani che rappresentano il 2% della popolazione, 67.356.000 su un totale di 1.383.198.000 di abitanti. Roghi dei Babbi Natale, preti picchiati, chiese devastate, statue di Cristo frantumate.
Una ondata di violenza inaudita si sta abbattendo sui religiosi e le religiose di professione diverse dall’induismo, sostenuta dal governo del nazionalista Narendra Modi, vicino al radicalismo indù e che non più tardi di ottobre aveva incontrato amichevolmente Papa Francesco in Vaticano. Tra le vittime, eclatante il caso del gesuita Stan Swamy, tacciato di terrorismo, morto il 4 luglio di quest’anno dopo 233 giorni di reclusione nel carcere di Taloja di Mumbai, nonostante gli 84 anni e la grave forma di Parkinson. Secondo Persecution Relief gli assalti sono aumentati nel 2021 del 40,8%.
Nazionalismo religioso e antagonismo etnico
Gli estremisti credono che tutti gli indiani debbano essere indù e che la nazione dovrebbe essere ripulita dal cristianesimo e dall’islam. A chi professa una fede straniera” viene attribuita la sfortuna delle proprie comunità. A favorire l’intolleranza contribuiscono anche le cosiddette leggi anti-conversione varate in otto dei 28 Stati indiani che puniscono con pene fino a 10 anni di galera la scelta di abbandonare l’induismo per un’altra religione. Le accuse nei confronti dei sacerdoti di altre confessioni è quella di proselitismo forzato, usate come strumento di repressione. Alle donne sono come sempre riservate i soprusi più gravi. Stupro e altre forme di molestie sessuali sono spesso utilizzati per perseguitarle e hanno anche lo scopo di umiliare le loro famiglie. Il World Vision India riporta che metà delle ragazze tra i 12 e i 18 anni sono vittime di aggressioni sessuali, delle quali solo un minimo numero viene denunciato. Agli uomini cristiani è più probabile siano riservate violenza fisica, abusi mentali ed emozionali, come essere costretti a guardare i membri della propria famiglia mentre vengono torturati.
La testimonianza dei missionari
“Negli ultimi tempi i soprusi sulle comunità di fede sono avvenuti con spaventosa regolarità in tutta l’India”, denuncia il gesuita indiano Cedric Prakash in un intervento sull’Osservatore Romano. Violenze che stanno avvenendo soprattutto negli stati governati dal Bharatiya Janata Party di Narendra Modi. Nella diocesi cattolica di Varanasi, in Uttar Pradesh, un gruppo di militanti ha assediato e intimorito una celebrazione natalizia gridando slogan come “morte ai missionari”. “Una campagna ben orchestrata per denigrare e demonizzare i cristiani – ha proseguito padre Cedric – spesso condotta con finalità politiche e che ha il pericoloso effetto di polarizzare la società su base religiosa, dividendo la maggioranza indù dalle altre comunità di fede, come quelle cristiane o musulmane”.