“Rapidità, efficienza, onestà”. Sono le tre parole che il premier Mario Draghi pone in cima all’attuazione del Piano nazionale di Ripresa. Non sono tre parole qualunque ma decisive per la riuscita dei progetti e il
rilancio dell’Italia. Draghi lo dice senza mezzi termini parlando di “sfida decisiva”. In queste ore progetti e opere, della prima attuazione delPnrr hanno ottenuto il libera dell’Unione europea, e sono disponibili i
fondi della “rata” italiana con 24,1 miliardi da utilizzare nei prossimi tre mesi.
L’intervento di Draghi
A sottolineare la delicatezza del momento è stato lo stesso Premier durante l’incontro della Cabina di regia tenuta giovedì a Palazzo Chigi, riunione oltre che alle nuove restrizioni anti Covid, è stata dedicata
al Recovery plan. Incisive le parole del premier. “Se vogliamo che la percezione dell’Italia all’estero cambi in modo permanente”, ha indicato Draghi, “questa è un’occasione unica: dimostrare che tutte le risorse
del Piano sono spese correttamente e onestamente, evitando fenomeni di corruzione e infiltrazioni delle organizzazioni criminali”. Inoltre una buona notizia c’è: “L’Italia rispetta l’impegno”. Nel contempo Draghi chiede di concentrare le forze. “Questo è solo l’inizio di un lungo processo. C’è bisogno di un impegno quotidiano fino al 2026. Aver conseguito i 51 obiettivi previsti dal Piano”, ricorda il Premier, “è importante, ma non è il momento di adagiarsi per l’obiettivo raggiunto”.
Le reazioni positive
Se Draghi chiede “rapidità e onesta”, oltre che competenza, sindacati e Associazioni di categoria rispondono compatte e in modo positivo con la firma dei protocolli. Sono infatti gli atti preliminari che introducono il confronto di merito sugli investimenti da attuare.
Con l’arrivo dei 24 miliardi la sfida per il nuovo anno si fa ancora più delicata e per molti versi difficile, perché non si potrà sbagliare.
Via libera dei sindacati
Per Cgil, Cisl e Uil la firma del Protocollo per la partecipazione e il confronto sul Pnrr, “è un risultato molto importante perché consente un confronto preventivo sugli investimenti e le riforme, sia a livello
nazionale, sia a livello territoriale”, sottolinea Maurizio Landini, segretario della Cgil. “La nostra organizzazione fin dalle audizioni parlamentari, aveva espresso la necessità di regolamentare le modalità di confronto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che riteniamo strategico per il futuro del Paese”, aggiunge il leader della Cgil. “Gli obiettivi sono la crescita dell’occupazione, il lavoro di qualità”, conclude Landini, “processi di transizione ambientali e digitali, e il rafforzamento dell’inclusione sociale”.
Artigiani soddisfatti
Parole di apprezzamento e sostegno all’opera del premier e del Parlamento arrivano anche dalla Confartigianato. “Il Parlamento ha contribuito a migliorare il carattere espansivo della manovra, accogliendo le nostre indicazioni per rafforzare misure di sostegno alla ripresa e di rilancio dell’attività degli artigiani e delle micro e piccole imprese”, evidenzia il presidente di Confartigianato Marco Granelli.
La Confederazione in particolare, apprezza la riduzione dell’Irpef e la soppressione dell’Irap per imprese
individuali e lavoratori autonomi. “Una scelta, quest’ultima, in linea con la proposta di Confartigianato”, osserva Granelli, “e primo passo della riforma complessiva del sistema fiscale, con un risparmio per le
ditte individuali di oltre 900 milioni di euro e l’eliminazione di costi burocratici per circa 1,3 milioni di contribuenti”.
Commento positivo per Confartigianato, anche per altri interventi come la stabilizzazione triennale sino al 2024 degli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica; il sisma bonus e il bonus mobili, con possibilità di cessione dei crediti o di applicazione dello sconto in fattura e sulla proroga dei superbonus 110% sia per interventi su condomini che singole unità unifamiliari.
Tappe e fondi del Pnrr
Per il 2022 il Piano nazionale di Ripresa prevede l’approvazione di 66 riforme: 23 con atti legislativi e 43 con atti normativi secondari, concentrati per lo più nel secondo trimestre dell’anno. Ci sono poi passaggi e fondi che non riguardano solo le opere pubbliche, ma anche il lavoro, la formazione, la scuola. Entro il 30 giugno 2022, ad esempio sono previste la riforma della carriera degli insegnanti e la delega sul
codice appalti pubblici.
Dodici mesi di investimenti
Entro il 31 dicembre del prossimo anno, inoltre dovranno essere portati a termine numerosi progetti. Dovrà essere realizzato un sistema di formazione di qualità per le scuole, un sistema di certificazione della parità di genere e meccanismi di incentivazione per le imprese, la legge annuale sulla concorrenza 2021. In totale quasi un terzo (154 su 520) degli obiettivi Pnrr sono riforme, tra cui 59 leggi.
Nel 2022 in tutto andranno centrati 102 obiettivi per assicurarsi seconda e terza rata dei fondi europei, in tutto 40 miliardi. Nel dettaglio andranno raggiunti 47 obiettivi nei primi sei mesi dell’anno e 55 nella seconda parte del 2022. Per ottenere due tranche rispettivamente da 19 e 21 miliardi. In totale da qui al 2026 i fondi sono suddivisi in 10 rate: e l’Italia dovrà realizzare in tutto 520 obiettivi.