Dopo la tassazione sul contante non ci resta che una qualche libertà di azione sul sesso, autogestito o collaborativo, ma se arrivano a tassarci anche quello, allora sì che abbiamo capito dove vuole arrivare la politica di oggi. A prescindere.
Ci controllano in tutto e per tutto sui social, siti, anagrafi infinite, conti correnti bancari, vaccinazioni, viaggi, spese con le carte di credito e i bancomat. Basta, fermatevi, fateci respirare è il grido rauco dei cittadini italiani. Lo Stato non ha diritto su tutti e su tutto. Lo Stato deve prendersi solo quello che gli è concesso in base al contratto sociale e morale che ha sottoscritto coi cittadini.
Il cittadino paga le tasse e lo Stato, con le sue diverse ramificazioni (troppe) organizza ed eroga i servizi essenziali. I cittadini non sono più disposti ad accettare tutto. Non basta fare una legge per privarli della loro libertà. Ci sono ancora, in Italia, i tre poteri del Montesquieu. Chi sbaglia farà i conti con la magistratura, ma non è per prevenzione, che sono tutti colpevoli salvo prova contraria.
Il popolo italiano non ne può proprio più di uno Stato di polizia sempre più penetrante. Ancora una volta sta per arrivare ad un basta che riteniamo pericoloso. Per tutti.
Il cittadino non si sente più di parlare liberamente al telefono, di fare un messaggino, di fare una email, di comprare i profilattici con il bancomat o di comprare un regalo extra a sua moglie. Tutto è sotto controllo, registrato ed archiviato da uno Stato ossessivamente preoccupato di non poter arrivare a fine manovra finanziaria. Se a questo aggiungiamo i servizi segreti e le varie intelligence degli altri Stati allora siamo alla vera globalizzazione dell’intrusione. E a cosa serve il garante della tutela della privacy se questi sono i risultati?
Vedrete che con la scusa dell’evasione riusciranno a regolamentare e spiare anche la gestione del sesso, che non è più spensierato come una volta. Le preoccupazioni, che purtroppo incidono anche su quello, stanno distruggendo anche l’ultimo piacere che era rimasto all’uomo e alla donna. Non parliamo per noi che di anni ne abbiamo troppi per poter pensare al sesso con gioia ma pensiamo ai giovani che, disperati, senza un lavoro, senza casa, senza amici tangibili, non fanno più figli e non sanno neppure affezionarsi ai più piccoli che vedono in giro.
Stato, tutti voi dello Stato, sappiate che vengono in redazione da noi, cittadini di ogni ceto, età, nazionalità, religione, immigrati ed ex emigrati rientrati, esauriti di ogni tipo che ci chiedono fino a quando dovranno sopportare. Vi assicuriamo e vi avvisiamo al contempo, che se non provvedete presto e bene a riportare la vita della popolazione ad una dignità umana, soprattutto non lesiva delle principali libertà e a creare nuova occupazione, la miccia della conflittualità sociale si avvicina sempre più alla cannula della dinamite.
I più anziani sanno chi sono gli Italiani; un popolo in grado di pazientare, sopportare e rispettare ma quando poi cade l’ultima goccia che fa traboccare il vaso, allora non ce n’è più per nessuno. Ma proprio nessuno.