Problemi di salute mentale: a chi lo comunicheresti sul posto di lavoro? Si apre con questa domanda la survey “Workforce View 2019” di ADP Italia, leader nella consulenza per la gestione delle risorse umane a livello mondiale.
Il 32,60% dei lavoratori italiani dichiara che, in caso di problemi di salute mentale, è disposto a parlarne in ufficio solo se ha amici presenti sul posto di lavoro, il 31% con i colleghi, il 25% con nessuno sul posto di lavoro, il 15% con il capo, il 12,10% con la direzione del personale.
“Quello del disagio mentale costituisce ancora un nervo scoperto nella gestione delle risorse umane in Italia – ha detto Virginia Magliulo, general manager Adp Italia -. Come emerge dalla survey presa qui in esame, risulta che è ancora una buona fetta dei lavoratori italiani a mostrare ritrosia nel parlarne nell’ambito di uffici/fabbriche.
Ciò per motivazioni diverse, ma soprattutto per timore che venga giudicata comunque negativamente la propria performance. Un ascolto continuo delle proprie persone e un feedback puntuale concretizzano un più stretto rapporto tra i dipendenti, manager e vertici aziendali. Solo così verranno del tutto liberate le potenzialità e la creatività del lavoratore che può sviluppare il proprio senso di appartenenza all’azienda e sentirsi pienamente coinvolto negli obiettivi aziendali”.
Se la disponibilità a parlare di problemi di salute mentale viene analizzata per fasce d’età, risulta che si rivolgerebbe agli amici sul posto di lavoro (media Italia = 32,60%), ai colleghi (media italiani = 31%),
non lo direbbe a nessuno (media Italia = 25%), ne parlerebbe con il capo (media Italia = 15%).
Nella survey di Adp si sonda anche l’interesse della propria azienda rispetto ai problemi di salute mentale.
Il 32,50% del campione dichiara che la propria azienda non è del tutto interessata alla salute mentale dei lavoratori. Quanti dicono che l’azienda è interessata ma solo superficialmente sono il 36,90%, l’azienda è abbastanza interessata per il 22,40%. Sostiene invece che l’azienda è molto interessata l’8,20% degli intervistati. (Italpress).