A ottobre 2021 il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,8 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.710,3 miliardi. Il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (6,9 miliardi) è stato in parte compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (circa 4 miliardi, a 92,3). Lo rende noto la Banca d’Italia. L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio hanno complessivamente incrementato il debito di 1 miliardo. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l’aumento del debito riflette di fatto quello delle Amministrazioni centrali. Alla fine di ottobre la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 24,5 per cento (0,4 punti percentuali in più rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile, a 7,6 anni. A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 35,5 miliardi, in aumento del 7,5 per cento (2,5 miliardi) rispetto al medesimo mese del 2020. Nei primi dieci mesi del 2021 le entrate tributarie sono state pari a 359,3 miliardi, in aumento dell’11,9 per cento (38,2 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Oltre al più favorevole quadro macroeconomico, tale incremento riflette l’effetto di alcuni fattori straordinari tra i quali gli slittamenti di alcune imposte di competenza del 2020.