mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Energia

Snam, investimenti per 23 miliardi al 2030

Ventitré miliardi di euro di opportunità di investimento nel periodo 2021-2030 in tre aree di crescita (reti energetiche, stoccaggio di energia e progetti green) per essere leader globale nelle infrastrutture per i gas verdi. Nel periodo 2021-2025 investimenti per 8,1 miliardi di euro. Li prevede il piano 2021-2025 con visione al 2030 di Snam, approvato dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Nicola Bedin e presentato dall’amministratore delegato Marco Alverà.

Nel corso dei prossimi dieci anni Snam svilupperà progressivamente tre aree di attività: Reti di energia: evoluzione verso una infrastruttura ‘multi-commodity’ in grado di trasportare, oltre al gas naturale nella fase di transizione, anche biometano, idrogeno e, dove necessario, anidride carbonica. Sarà sviluppata progressivamente una rete dedicata all’idrogeno convertendo i gasdotti esistenti; Stoccaggio: evoluzione verso un’azienda di stoccaggio ‘multi-commodity’ (gas naturale, biometano, idrogeno, anidride carbonica) e che a tendere consenta anche soluzioni di sector coupling, ad esempio attraverso batterie; Progetti green: evoluzione da progetti pilota a progetti scalabili verso lo sviluppo di progetti integrati nei gas verdi (biometano e idrogeno) lungo tutta la catena del valore per favorire lo sviluppo del mercato e contribuire alla decarbonizzazione.

Proseguirà l’evoluzione della piattaforma esistente verso progetti più grandi di idrogeno, biometano e cattura dell’anidride carbonica in Italia e all’estero. In queste tre aree, Snam ha identificato su base ponderata opportunità di investimento di tipo regolato o contrattualizzato fino a 23 miliardi di euro entro il 2030 così ripartiti: Reti di energia: fino a 15 miliardi di euro, di cui 12 nel trasporto di gas naturale e biometano (il 70% per sostituzioni con standard H2 ready su 3.000 km di rete e manutenzioni, la rimanente parte per la conversione di sei centrali di compressione dual-fuel, il supporto alla nuova domanda come il progetto in Sardegna e i nuovi allacciamenti e le iniziative per la riduzione delle emissioni e la digitalizzazione) e 3 nel trasporto di idrogeno.

Snam prevede investimenti per 8,1 miliardi di euro nell’arco di piano, con un incremento complessivo di circa 700 milioni rispetto ai 7,4 miliardi di euro del piano 2020-2024. Il piano prevede la manutenzione, l’ammodernamento e lo sviluppo della propria infrastruttura, investimenti per il net zero e l’accelerazione della transizione energetica. Gli investimenti allineati alla tassonomia europea sono pari al 47% del totale (in aumento rispetto al 40% del precedente piano). Le attività regolate sono sostanzialmente coerenti con il piano precedente anche se con un diverso mix. Nel periodo 2021-2025, Snam prevede di raggiungere una crescita sostenibile dei principali indicatori. Tale crescita è destinata ad accelerare ulteriormente al 2030 grazie al contributo dei nuovi investimenti.

La guidance sull’utile netto del 2022 è di un risultato sostanzialmente in linea con quello 2021 a parità di WACC. Il piano ipotizza un impatto sull’utile netto 2022 dalla revisione del WACC di circa 85 milioni di euro e sull’EBITDA di 120 milioni di euro. Il livello atteso di indebitamento finanziario netto a fine 2022 è pari a circa 14,8 miliardi di euro, tenuto conto degli investimenti previsti nell’anno di 1,5 miliardi di euro, dell’assorbimento di circolante di 0,3 miliardi, di esborso per l’acquisizione di TTPC/TMPC di 0,4 miliardi e di 0,6 miliardi di contributo positivo derivante dall’ottimizzazione della struttura di capitale di una partecipazione e della conversione di un bond convertibile. La RAB tariffaria raggiungerà 21,4 miliardi di euro nel 2022. Rispetto al periodo di piano si prevede una crescita media annua (CAGR): – di oltre il 2,5% della RAB 2021-2025 (oltre il 3,5% tra il 2025 e il 2030 con ulteriori opportunità di upside derivanti dallo sviluppo di una infrastruttura a idrogeno); – del 3% dell’utile netto 2022-2025; – del 4,5% dell’EBITDA 2022-2025; – del 5% del dividendo per azione fino al 2022, con ulteriore 2,5% di crescita minima nel periodo 2022-2025.

Snam prevede che per l’esercizio 2021 possa essere distribuito nel 2022 un dividendo complessivo pari a 0,2620 euro per azione (di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2022 come deliberato dal Consiglio di Amministrazione dello scorso 3 novembre, mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2021). “Con il nuovo piano al 2025 e la visione al 2030 proseguiamo e acceleriamo l’evoluzione di Snam.

Negli ultimi sei anni abbiamo avviato il repurposing delle nostre infrastrutture, rafforzato lo sviluppo internazionale e lanciato nuove start-up nella transizione energetica. Snam si focalizzerà progressivamente su tre macro aree di attività: trasporto, stoccaggio e nuovi progetti nell’idrogeno e nel biometano. Grazie alle nostre competenze tecniche, al nostro know-how nei gas verdi e alla nostra capacità di realizzare e gestire progetti complessi puntiamo a diventare un’azienda di infrastrutture ‘multi-commodity’. Svolgeremo un ruolo centrale in un decennio decisivo per la transizione energetica, con l’obiettivo di cogliere nuove opportunità di sviluppo in Italia e all’estero, facendo leva sul ruolo abilitante delle infrastrutture per raggiungere un’economia a zero emissioni nette”, afferma Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.

“In particolare, prevediamo nel medio termine la realizzazione della prima rotta di trasporto di idrogeno da Nord Africa e Sud Italia ai punti di maggiore domanda, dando in prospettiva all’Italia un ruolo di hub per le energie rinnovabili prodotte in Nord Africa e Medio Oriente”, aggiunge. “Punteremo sempre più sullo stoccaggio e aumenteremo i nostri investimenti nei gas verdi. Ridurremo le emissioni legate alle nostre attività raggiungendo l’obiettivo aziendale del net zero al 2040 ed estenderemo l’impegno di riduzione anche a società partecipate e fornitori con un nuovo target al 2030 sulle emissioni Scope 3. In questo percorso continueremo a garantire ritorni interessanti ai nostri azionisti e a dare centralità ai temi ESG nelle nostre scelte strategiche, in linea con il nostro purpose e a beneficio di tutti gli stakeholder”, conclude Alverà.

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