Tira un buon vento per l’Europa? Il Trattato Italia-Francia si muove in una cornice nettamente europeista e punta a sostenere un ruolo sempre più integrato dell’Unione in vari campi. A questa buona notizia si aggiunge quella che viene dalla Germania e precisamente dall’accordo sottoscritto tra Socialdemocratici, Verdi e Liberali.
Nel testo si fa riferimento alla prossima Conferenza sul Futuro dell’Europa di metà dicembre, vista come un punto di svolta che dovrebbe avviare una radicale riforma dell’Unione. Ma in quale direzione?
In passato la Germania di Merkel, con tutte le sue abili prudenze, non si è mai spinta verso una visione “federale” dell’Europa e ha sempre tenuto conto delle forti resistenze di una parte dei tedeschi a processi di maggiore integrazione e di conferimento di maggiore sovranità all’Unione.
Il nuovo Cancelliere Olaf Scholz sembra voler gettare il cuore oltre l’ostacolo e parla esplicitamente di un processo costituzionale “verso lo sviluppo di uno stato federale europeo”.
Un’affermazione importantissima che non è stata colta col dovuto rilievo nel nostro Paese.
Scholz immagina un’Europa sovrana da rafforzare anche conferendo più poteri al Parlamento, cui dovrebbe essere dato il potere di iniziativa legislativa, e ricorrendo al voto a maggioranza qualificata nelle riunioni del Consiglio europeo.
Si tratta di due modifiche sostanziali nelle procedure di funzionamento delle istituzioni europee che potrebbero segnare una svolta storica nell’ottica dell’Europa dei popoli e non delle burocrazie e nella direzione di maggiore capacità decisionale non appesantita da minacce di veti.
In questo quadro si inserisce anche una svolta del nuovo governo tedesco verso quei Paesi, Ungheria e Polonia in testa, che si fanno un baffo del rispetto di diritti umani, della separazione dei poteri e dell’indipendenza della magistratura, obblighi che hanno sottoscritto ma che non vogliono rispettare. La coalizione a tre non concederà attenuanti a Varsavia e Budapest ed esigerà il rispetto rigoroso delle regole della democrazia.
Si volta pagina insomma. La Germania vuole prendere la bandiera europea nelle sue mani e diventare il principale sostenitore di una svolta che segni un passo avanti e irreversibile verso la costruzione di un’Europa federale.
Si tratta di una dichiarazione di intenti che fa ben sperare in una conduzione a tre Italia-Francia-Germania . Solo una forte intesa tra le tre potenze economiche europee potrà sconfiggere gli euroscettici, obbligare i Paesi cosiddetti frugali ad accettare l’idea di un bilancio comunitario degno di questo nome e mettere in un angolo coloro che vogliono snaturare lo spirito che ha dato vita all’Unione Europa e che si basa sulla solidità della democrazia e delle libertà.
Scholz ha davanti a sé 5 anni, Macron fra sei mesi dovrà cercare di farsi rieleggere, Draghi in ogni caso sarà difficile che possa restare al governo dopo le elezioni del 2023. E queste sono le incognite che pesano sullo scenario ottimistico che Berlino ha delineato.