L’Italia ha fatto la differenza alla Cop26 e si è dimostrata un partner tecnologicamente avanzato nella lotta ai cambiamenti climatici. Plauso di John Kerry per il nostro Paese all’open summit Green&Blue mentre per Cingolani “le disuguaglianze globali sono spaventose” e il nucleare potrebbe essere l’energia verde del futuro.
“Con il progetto saudita sull’idrogeno l’Italia può diventare un punto di distribuzione importante per l’Europa”. Lo dice un John Kerry soddisfatto dei risultati di Glasgow, che ha ampliato le ambizioni mondiali in tema di eco-sostenibilità. Per Cingolani la situazione, però, resta delicata e complessa. Ci vorrà molta onestà intellettuale, ha spiegato il ministro al Summit, nel trovare soluzioni comuni e nel riconoscere che le motivazioni di Paesi emergenti, come Cina e India, che non vogliono rinunciare al proprio sviluppo e pretendono le stesse chance dei Paesi più avanzati, non sono del tutto infondate. Per il ministro ciò che è irrinunciabile è il sostegno alle economie più vulnerabili che sono circa un centinaio e che con un miliardo a testa (previsto dal fondo globale da 100 mld di dollari da parte dei Paesi più industrializzati) potrebbero non farci granché.
Occorre mettere in campo “una finanza solidale – ha spiegato Cingolani – non può essere una finanza rapace. Una finanza dove almeno all’inizio forse il profitto sarà più basso di quello che potrebbe essere in altri settori. Pensare di guadagnarci troppo adesso oltre che immorale credo sia anche impossibile”. Il vero obiettivo è arrivare a mille miliardi l’anno e l’unica strada per raggiungerlo è la partnership pubblico-privata.
Dalle “proteste alle proposte”. Ai giovani il compito di nuove idee green
Cingolani è tornato a rivolgersi anche ai giovani, le cui proteste, pur se ampiamente giustificate, devono fare un passo in avanti, traducendosi in proposte e competenza. Da loro possono arrivare idee innovative forti, ma che non dovranno essere sostenute esclusivamente dallo Stato: “I soldi pubblici servono a far partire più iniziative possibili, garantendo loro di avere tempo per diventare attrattive per gli investitori internazionali. Difficilmente uno Stato può finanziare le start-up come se fosse un investitore”. L’allusione è ai 250 mln di euro del PNRR destinato a nuova imprenditoria giovanile, che da soli non possono bastare. Riferendosi, poi, alle critiche di Greta Thunberg, il ministro ha tenuto a ribadire che “non tutti quelli che stanno impegnandosi in questo progetto gigantesco sono degli idioti”.
Il nucleare di quarta generazione potrebbe essere sicuro
Tra le proposte in campo energetico a supporto delle rinnovabili per Cingolani non si deve escludere il nucleare, che non va visto solo come tecnologia pericolosa, come potevano essere gli impianti di prima e seconda generazione. Il progetto di lungo termine, dice Cingolani, punta alla fusione nucleare, diversa dalla fissione dove si rompe un atomo grosso per avere energia. “Nella fusione – ha spiegato il ministro – si prendono due atomi leggeri e si fanno fondere come succede nelle stelle, probabilmente sarà la vera energia universale del futuro completamente verde. Ma se non investiamo adesso in conoscenza, ricerca, sviluppo, tecnologia, innovazione, educazione guarderemo nel buco della serratura quello che faranno i Paesi che guardano al futuro con più lungimiranza di noi”.