Il Presidente della Repubblica sembra mettere la parola fine a qualsiasi ipotesi di una sua rielezione. E tutto diventa più complicato.
Solo Mario Draghi dispone di un consenso molto ampio tale da poter essere eletto nei primi tre scrutini, quando serve la maggioranza dei due terzi. Se, invece, dovesse prevalere l’opinione che sia meglio lasciare Draghi a guidare il governo per un altro anno, si passerebbe ai candidati degli schieramenti. Nella lunga lista dei papabili, non c’è nessuno che possa contare su grandi consensi trasversali.
Dopo aver più volte accennato al doppio mandato, Mattarella ieri è tornato a parlarne in modo più netto. Ricordando Giovanni Leone, morto 20 anni fa, il Capo dello Stato ha sentito il bisogno di far notare che sia Leone sia Antonio Segni erano contro la rieleggibilità del Presidente e, di conseguenza, per l’eliminazione del semestre bianco.
Una sottolineatura che fa intendere la sua indisponibilità ad essere rieletto.
Ovviamente in politica nulla è impossibile. Se all’unanimità -o quasi- i grandi elettori dovessero scrivere sulla scheda il nome dell’attuale Presidente, Mattarella sarebbe in forte disagio a dover rifiutare. Ma si arriverà a questo scenario?
Se Draghi rimane a Palazzo Chigi l’ipotesi più probabile è che ogni schieramento punterebbe su un proprio candidato. Il centro-destra sicuramente farebbe quadrato su Berlusconi. Il centro-sinistra per ora non ha un nome su cui puntare.
L’esperienza insegna che, anche in questi casi, nulla è scontato perché i franchi tiratori, sia nel centro destra che nel centro sinistra, non vanno mai in vacanza. E le sorprese non mancherebbero. Se prevalesse lo scontro o la tattica dei veti incrociati la partita del Quirinale potrebbe diventare lunga. Proprio Giovanni Leone fu eletto dopo 25 giorni e di votazioni e ben 23 scrutini. Il Qurinalgame del 2022, per usare il titolo di un libro del prof. Pino Pisicchio, è speciale: perché avviene mentre non c’è una maggioranza politica in Parlamento, a un anno dalla fine della legislatura e in assenza di leader politici forti e in grado sia di gestire il consenso del proprio partito sia di poter dialogare serenamente con lo schieramento opposto.
Se tutto dovesse bloccarsi si può escludere una richiesta corale a Mattarella di restare per un altro settennato?