Una buona notizia per il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando: tutte le associazioni di categoria degli artigiani dicono si alla riforma degli ammortizzatori sociali. Un via libera non scontato che è arrivato dopo un incontro tra tenuto dalle Confederazioni dell’Artigianato e delle Pmi (Confartigianato Imprese, Cna e Casartigiani) che, scrivono, “ritengono che il testo sulla riforma degli ammortizzatori sociali contenuto nel disegno di legge di Bilancio 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri vada nella giusta direzione”.
Più tutele ai lavoratori
La riforma, secondo l’esame fatto dagli artigiani, sembra infatti “idonea a garantire un modello di ammortizzatori sociali più inclusivo e guidato dal principio dell’universalismo differenziato, quindi in grado
di assicurare a tutti i lavoratori una protezione adeguata e differenziata in base alle caratteristiche settoriali e alle dimensioni aziendali”.
Imprese rafforzate Il comparto dell’artigianato vede inoltre valorizzata e rafforzata la sua linea di azione e in particolare, sottolineano, “l’esperienza del proprio Fondo di solidarietà bilaterale alternativo _
FSBA che”, si legge in una nota di Confartigianato Imprese, Cna e Casartigiani,“fin dalla sua costituzione, ha erogato prestazioni a tutte le imprese artigiane – anche quelle con un solo dipendente – facendo esclusivamente leva sulla contribuzione propria”.
Sostegni e autonomia Con orgoglio le Confederazioni degli artigiani ricordano come anche durante l’emergenza Covid gli artigiani siano riusciti a rimanere autonomi economicamente.
“Per questo motivo”, sottolineano, “anche durante la crisi determinata dalla pandemia, le imprese artigiane non hanno mai fatto uso della cassa integrazione in deroga, avendo invece utilizzato dapprima e per intero
le risorse del Fondo derivanti dalle contribuzioni e, successivamente, come tutti i settori, le risorse appositamente stanziate per la Cassa Covid.
Consideriamo estremamente opportuna”, concludono “quindi, la precisazione contenuta nel ddl di Bilancio in merito alla natura obbligatoria della contribuzione ai fondi di bilateralità alternativa di cui all’art. 27 del decreto legislativo148/2015”.