Roma caput mundi… ma non sia solo per due giorni
L’Italia è il Paese europeo più rispettato e apprezzato dagli Stati Uniti da quando alla Casa Bianca c’è Joe Biden e a Palazzo Chigi Mario Draghi. Una posizione “privilegiata” la nostra, con relazioni solide e più che mai amichevoli con gli Usa, rispetto ai forti contrasti che hanno segnato i rapporti tra Stati Uniti e Francia e anche a qualche difficoltà registrata da Washington con la Germania.
L’Italia dovrebbe valorizzare con maggiore impegno questo suo ruolo di cerniera transatlantica e assumere un ruolo da protagonista nella politica internazionale. La condivisione di strategie con gli Stati Uniti dovrebbe spingerci a uscire dal nostro guscio da italietta e ad essere in prima linea nella ridefinizione dei nuovi equilibri strategici.
Il G20 è un’ottima occasione per rilanciare una nuova immagine del nostro Paese.
Per una singolare coincidenza della storia il primo G20 ospitato dall’Italia avviene nel momento di massima crescita del nostro Paese (oltre il 6%) e di grande prestigio internazionale, sotto la guida del governo Draghi. Non succedeva da tempo che l’Italia godesse di buona salute economica, di stabilità politica e di autorevolezza.
Quanto durerà questa fase positiva? Dipenderà innanzitutto dalla politica e dalla capacità dei partiti di anteporre gli interessi nazionali a quelli di bottega. La legge di Bilancio varata dal Governo è la più espansiva mai adottata da almeno 30 anni in qua. Non più sangue, sudore e lacrime, ma ottimismo, investimenti e riforme ragionevoli.
Il clima sociale, dopo le gravi sofferenze della pandemia, sembra essere in via di rapido miglioramento. Il governo ha delineato un triangolo basato su crescita, sostenibilità ed equità sociale. Se i sindacati invece di agitare le piazze collaboreranno a trovare soluzioni praticabili e non massimalistiche, tutto sarà meno complicato.
Insomma, ci sono tutti i presupposti per rafforzare il nostro Paese e la sua immagine nel mondo.
Evitiamo che il G20 della Nuvola dell’Eur sia solo una passerella effimera per il nostro Paese che si dissolva, appunto, come una nuvola al vento.