Fra le molte figure femminili che popolano la mia silloge “Volti di donna”, ce n’è una che amo particolarmente, una grandissima mistica del nostro territorio: Santa Veronica Giuliani, al secolo Orsola Giuliani.
Ella è venerata in diverse parti del mondo, ma forse non ancora conosciuta come meriterebbe.
Nacque a Mercatello sul Metauro (PU), il 27 Dicembre 1660 e morì a Città di Castello (PG) il 9 luglio 1727.
Visse 50 anni nel monastero delle clarisse cappuccine dove entrò a soli 17 anni.
Fu cuoca, infermiera, maestra delle novizie e, negli ultimi 10 anni della sua vita …badessa.
Il suo corpo è venerato sotto l’altare maggiore della chiesa delle cappuccine di Città di Castello.
Pio VII la beatificò il 18-6-1804 e Gregorio XVII la canonizzò il 26-5-1839.
La sua data di culto è il 9 luglio.
Orsola era la più piccola di cinque figlie e apparteneva ad una famiglia benestante; suo padre Francesco Giuliani era capitano, aveva dei possedimenti ed era un uomo influente, stravedeva per questa figlia bellissima con dei grandi occhi azzurri e dei meravigliosi boccoli biondi e, nonostante la severità tipica dei genitori dell’epoca, non le negò mai nulla: “Mi concedeva tutti i contenti”… scriverà poi Veronica nei suoi diari.
La piccola era molto vivace e con una personalità forte che la portava ad imporsi sulle sorelle, anche perché di intelligenza non comune.
La sua vocazione si manifestò sin da età tenerissima: a soli 5 mesi scese dalla culla e camminò fino a un quadro raffigurante la santissima trinità…a 7 mesi ammonì un commerciante disonesto così: “Non imbrogliate perché Dio vi vede”.
A tre anni cominciò ad avere visioni di Gesù e Maria, durante la messa, al momento dell’elevazione dell’Ostia vedeva Gesù chiamarla a sé.
Spesso camminava sulle ginocchia e disegnava croci; durante la settimana santa, Gesù le si mostrava coperto di piaghe… aveva grande amore per i poveri e gli donava tutto ciò che poteva.
Ricevette la prima comunione il 2-2-1670 a Piacenza, dove il padre si era trasferito in qualità di soprintendente alle finanze, presso la corte del Duca Ranunzio.
Qui Gesù le appari e le disse: “Pensa a me soltanto, sarai la mia sposa diletta!”.
Da quel momento espresse il desiderio fortissimo di entrare in convento.
Questo, però, contrariava molto il padre che non sopportava l’idea di vedere la sua amatissima figlia chiusa in monastero. Fece di tutto per dissuaderla ma non ci riuscì.
A soli 17 anni entrò nell’ordine delle cappuccine e cambiò il suo nome da Orsola in Veronica.
Da quel momento in lei si verificarono una serie di fenomeni mistici che furono controllati dalle autorità competenti dal 1695 al 1727.
Per obbedienza al vescovo Monsignor Eustachi e al confessore padre Ubaldo Antonio Cappelletti scrisse “Le esperienze della mia vita interiore”…raccolte in 44 volumi.
L’amore immenso che provava per Gesù crocifisso suscitava in lei la brama di condividere i suoi patimenti e ogni giorno lo supplicava di concederglieli.
Fu accontentata nel 1694 ricevendo nel capo le ferite delle spine.
Dopo tre anni di digiuno a pane e acqua nel 1697 le apparvero le stimmate (prima donna a riceverle) e scrisse: “In un un istante vidi uscire dalle sue santissime piaghe cinque raggi splendenti, tutti vennero alla mia volta e io vedevo detti raggi divenire come piccole fiamme, in quattro vi erano i chiodi e in uno la lancia d’oro, ma tutta infuocata e mi passò il cuore da banda a banda e i chiodi passarono le mani e i piedi”.
Soffriva tantissimo nel corpo ma era felice nello spirito, luminosa come un un’astro.
Il Vescovo, venuto a sapere dei fenomeni soprannaturali che avvenivano in suor Veronica…dopo un rapporto al Santo Ufficio, ricevette istruzioni che applicò con severità, allo scopo di provarla.
Le fu tolto l’ufficio di maestra delle novizie, le fu impedita ogni relazione con le consorelle e di partecipare alla santa messa.
Per cinquanta giorni fu chiusa in una cella che assomigliava a una prigione, ma la santa non mostrò nessuna contrarietà, anzi, accolse con gioia le disposizioni del Vescovo e a queste sofferenze aggiungeva penitenze e preghiere ininterrotte per la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime del purgatorio.
Scriveva: “Mi ha costituita mediatrice tra lui e i peccatori” e ancora… “Mi ha promesso Iddio di liberare quante anime voglio dal purgatorio”.
Pregava anche per i bisogni della Chiesa e specialmente per i sacerdoti.
Quando morì nel suo cuore furono trovati impressi gli strumenti della passione, proprio come li aveva descritti nei suoi diari.
Nella mia poesia: “Le campane di Veronica”, mi sono ispirato ad un episodio della sua vita avvenuto durante uno dei diversi viaggi che insieme al padre compì da Mercatello a Città di Castello, prima di essere accettata definitivamente in convento.
Quando si trovarono a metà strada sul crinale appenninico udirono il suono gioioso delle campane dell’abbazia benedettina San Michele Arcangelo di Lamoli (PU); la giovanissima Orsola si sentì inondare di gioia e chiese in cuor suo al padre celeste di benedire quelle campane e di fare in modo che fin dove potesse arrivare quel suono nello spazio e nel tempo, non accadessero calamità o sciagure.
Feci leggere la lirica alla mia cara amica Adriana Gabellini che ne rimase entusiasta. A sua volta la fece leggere alla madre superiora delle cappuccine di Mercatello, Madre Maria Letizia Moretti, la quale pronunciò queste parole: “È una poesia molto bella ed emozionante e non è dedicata solo a Santa Veronica, ma a ciascuna di noi e aggiungo che l’autore è sicuramente una persona con una grande pace interiore”.
Da ricordare poi, che di lei fu molto devoto Padre Pio da Pietrelcina.
Colgo l’occasione per ringraziare Madre Maria Letizia e vorrei informare quanti fossero interessati a conoscere meglio la storia di Santa Veronica che la casa nativa è adiacente al monastero e che è possibile visitarla.
Vi si trovano alcune sue reliquie (tra le quali resti del suo cuore) e oggetti che le sono appartenuti.
Inoltre, cosa molto importante, è possibile visitare la vicina abbazia millenaria di Lamoli: un autentico gioiello di storia, arte, architettura e religiosità…
Sarà un’esperienza indimenticabile, capace di arricchire lo spirito e colmarlo di pace.
un commento
Santa Veronica Giuliani, mistica e santa venerata, ha vissuto una vita di profonda spiritualità e dedizione, tra visioni, stimmate e fenomeni mistici. La sua storia, intrisa di fede e sacrificio, continua a toccare i cuori di chi la scopre, offrendo un esempio luminoso di amore e dedizione a Dio e al prossimo, e unendo in sé la sofferenza corporea alla gioia spirituale. La sua eredità vive nei luoghi che l’hanno vista operare e nelle parole di chi ancora oggi la ricorda con devozione e ammirazione.