sabato, 22 Febbraio, 2025
Economia

Giovani imprenditori: lavoriamo per il Pnrr. Costruiamo spazi per il futuro. Giusto il metodo Draghi

I Giovani imprenditori di Confindustria chiedono più “spazi” e guardano con assoluto interesse al Piano nazionale di Ripresa che, ricordano “vale 235 miliardi” e a quel metodo di “competenza” del premier Draghi espressione del “ceto medio”. È il messaggio lanciato dal Presidente dei Giovani Imprenditori Riccardo Di Stefano al 36° Convegno di Capri che quest’anno, a causa delle restrizioni imposte dal Covid, si è tenuto a Napoli.

Guardare avanti

“Spazi è dove far crescere una società più inclusiva e innovativa”, esordisce Di Stefano nella sua relazione, “dove edificare un nuovo sistema economico e industriale. Spazi che includano i giovani perché noi vogliamo guardare avanti e vivere in un Paese capace di incoraggiare il futuro”.

Investire sul Pnrr

“A dare un valore economico al tempo ci pensa proprio il Pnrr”, sottolinea il leader dei Giovani imprenditori, “che vale, ricordiamolo, 235 miliardi di euro da investire tra il 2021 e il 2026. In media, una manovra finanziaria espansiva in più all’anno. Per non correre il rischio di perdere tempo e denaro, non abbiamo scelta e dobbiamo necessariamente migliorare le performance della progettazione”.

Seguire il Governo

Per i giovani industriali è il momento delle scelte per lo sviluppo. “Facciamo attenzione allora, perché il governo ha assegnato un valore alla capacità di implementare bene il Piano”, evidenzia Di Stefano,
“se si realizza con efficienza, il PIL del 2022 potrà aumentare fino a 1,2 punti percentuali. Ma una mancata crescita dell’1,2% significa perdere quasi 23 miliardi. Insomma, ora sappiamo anche quanto costa la trappola dell’immobilità”.

Giù il cuneo fiscale

“Sappiamo poi che circa 8 miliardi saranno destinati al taglio delle tasse” ricorda il presidente dei Giovani industriali “Speriamo che vada incontro a quanto indicato dall’Ocse davanti al Senato italiano nei giorni scorsi: l’Italia deve abbassare il cuneo fiscale per incoraggiare il lavoro. E’ questa l’autostrada verso il futuro del Paese”.

Cancellare Quota 100

Per Di Stefano c’è un obiettivo immediato, “riequilibrare i rapporti tra generazioni, a partire da quello tra pensionati e lavoratori”. Per questo è stato giusto togliere Quota 100, “un sistema che è costato finora 11,6 miliardi di euro e non ha generato lavoro tra i giovani, come promesso. Allora, se abbiamo investito quella cifra in un prepensionamento costoso, mascherato da politiche giovanili, ora bisognerebbe avere il coraggio di mettere almeno altri 11 miliardi in una misura veramente efficace per i giovani”.

Il metodo Draghi

E sul ruolo della politica, infine Riccardo Di Stefano, si mostra in sintonia con il premier Draghi.
“Il Premier ha evitato il cortocircuito politico-istituzionale. Ma non è compito suo riformare la politica. Quello, devono farlo i partiti. Draghi non ha eredi, ma il metodo Draghi sì: si incarna in tutte le persone che riscoprono il valore delle istituzioni, credono in un ceto dirigente competente, con una visione per il Paese”, sottolinea infine, “preparato a fare dell’Italia la propria missione. È ora di tornare a fare politica”.

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