Dopo Milano, Napoli e Bologna, il centro sinistra conquista anche Roma e Torino, vince perfino a Varese e Latina. Maggioritaria nei sondaggi nazionali la destra è bocciata nelle città più importanti. Letta e Conte gioiscono: l’alleanza Pd-5S a livello locale funziona. Di Battista si candida a guidare l’ala ribellista dei 5Stelle, che non seguirà Conte, si schiera con i manifestanti di Trieste e contro Draghi, insieme a Giorgia Meloni e Salvini che usa toni duri contro il Governo di cui fa parte. In questo scenario confuso le parole di Mattarella pesano e indicano che il Quirinale condivide la linea di Mario Draghi. L’ipotesi di elezioni anticipate si allontana.
“Sorprende e addolora -ha detto Mattarella- che proprio oggi, non quando vi erano momenti con l’orizzonte oscuro, quando si temeva il crollo del Paese, ma oggi che vediamo una ripresa incoraggiante (economicamente, socialmente, culturalmente), in cui il Paese si sta rilanciando esplodono fenomeni, iniziative e atti di violenza, di aggressiva contestazione. Quasi a volere ostacolare, intercettare, la ripresa che il Paese sta vivendo e che deve essere condotta a buon fine, con fatica, con impegno ma in maniera indispensabile”. Se cominciamo a vedere la luce -dice Mattarella- è solo grazie alla scienza, ai vaccini, alle mascherine e al distanziamento.
Le parole di Mattarella sono un punto fermo in una giornata segnata dagli scontri dei manifestanti, che bloccavano il porto di Trieste, e la polizia che aveva il dovere di liberare gli accessi all’area. Stranamente i partiti di destra, un tempo legge e ordine, si schierano con chi la legge non la vuole rispettare e se la prendono con la polizia.
È passato il tempo in cui Salvini esibiva felpe e giubbotti della polizia. Ma tant’è.
Qualche problema di identità a destra esiste, ed esiste anche un problema di selezione della classe politica nelle città più importanti, visto che le hanno perse tutte, eccetto Trieste. Stando ai sondaggi sulla politica nazionale Meloni e Salvini dovrebbero avere il vento in poppa, ma i risultati di grandi città pesano e sono anche un segnale ben preciso: il centro destra a trazione leghista o di Fratelli d’Italia non vince.
Se perde peso l’ala moderata rappresentata da Forza Italia, il centro destra diventa destra tout court e perde. Una riflessione si avvierà da quelle parti e potrebbe spegnere i fuochi di chi punta a mandare Draghi al Quirinale per far saltare governo e maggioranza e portare l’Italia alle elezioni anticipate in primavera.
Se la soddisfazione di Letta è giustificata, Conte deve prepararsi ad un doppio dissenso: quello interno che vedrà Virginia Raggi in prima linea e quello esterno pilotato da un Di Battista pronto a guidare una nuova formazione con ex pentastellati.
Qualche riflessione dovranno farla anche Renzi e Calenda entrambi ostili all’alleanza Pd-5S ma bisognosi di sponde per le loro iniziative moderate. Intanto Draghi va per la sua strada, senza cedere a pressioni né di piazza né di alleati inquieti che si illudono di saccheggiare la legge di Bilancio, inviata a Bruxelles e che sarà blindatissima.