Si sta aggravando ulteriormente la situazione di carenza di manodopera in agricoltura. A segnalarlo è la Confederazione degli agricoltori che spiega come un terzo dei lavoratori in agricoltura – 390.000 secondo Inps – sono stranieri, il 60% dei quali di provenienza extracomunitaria. “Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini”, rivela la Confagricoltura, “ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee come sputnik e sinovac. Un numero consistente è ancora in fase di regolarizzazione e per ragioni legate all’incertezza del loro status sono restii ad effettuare la vaccinazione o hanno difficoltà, qualora vaccinati, a reperire la certificazione verde per ragioni di carattere burocratico”.
Trovare una soluzione
Una situazione di disagio e perdite economiche che per le imprese si aggrava ogni giorno di più. “Confagricoltura da sempre sostiene l’obbligo di certificazione verde”, sottolinea l’associazione, “per prevenire la diffusione del virus tra i lavoratori e la necessità di incentivare la vaccinazione della popolazione, ma alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo, crescono le preoccupazioni per le ricadute organizzative del provvedimento nelle campagne”.
L’Europa acceleri
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede un’accelerazione delle procedure europee per il riconoscimento degli altri vaccini. “L’ingresso sui campi, soprattutto nelle grandi aziende con un elevato numero di lavoratori”, conclude la Confagricoltura, “non avviene attraverso un’unica via di accesso organizzata con tornelli. Le operazioni di raccolta si svolgono all’aperto e, perfino nel pieno della pandemia, dai dati diffusi dall’Inail risulta un numero di contagi molto contenuto”.