Si può applicare la legge Scelba a tutti i gruppi sovversivi e non solo a quelli di matrice fascista? Il quesito è d’obbligo, dopo la proposta del partito di Giorgia Meloni di presentare una mozione unitaria per chiedere al Governo di sciogliere qualsiasi associazione sovversiva e non solo Forza Nuova, come invece chiede la sinistra.
Lasciamo ai giuristi il compito di pronunciarsi sul quesito. Ciò che conta, invece, è l’impostazione politica di questo passaggio delicato.
Contro il fascismo non è legittima alcuna divisione. Lo stesso principio di unità deve valere nei confronti di qualsiasi organizzazione sovversiva: si deve difendere la democrazia tutti insieme senza badare ai colori. E chi cerca di usare la difesa delle istituzioni democratiche per creare divisioni è un irresponsabile.
Suggeriamo ad Enrico Letta e a Giorgia Meloni di incontrarsi e scrivere insieme una mozione di indirizzo al Governo usando le parole che devono essere usate, chiamando le associazioni con nomi e aggettivi che loro stessi si attribuiscono e segnando, finalmente, un passo avanti verso la chiusura di una pagina di divisioni che da tempo doveva essere archiviata.
Il Governo, per la verità, non ha bisogno di alcuna mozione di indirizzo per sciogliere associazioni sovversive che rientrino nello spettro della legge Scelba: se ravvisa l’urgenza di procedere senza aspettare decisioni della magistratura, può farlo.
Ma anche su questo eventuale decisione sarebbe opportuno da parte di Draghi un passaggio istituzionale con l’opposizione. Lo scioglimento di una o più associazioni sovversive è un atto comunque grave che richiede un consenso ampio e comunque una qualche forma di coinvolgimento di tutte le forze politiche.
Il politicamente corretto non lo consente? E chi se ne importa. È ora di cambiare registro.