L’ennesimo temporale scatenato da Salvini è durato poco e senza provocare disastri. Nell’incontro con Draghi il leader leghista non ha fatto la voce grossa. Non ha minacciato sconquassi né lanciato ultimatum. Ha avanzato richieste moderate e ha preso atto che le sue paure sull’aumento delle tasse sulla casa erano infondate. Il Governo può procedere tranquillo. Fino al prossimo imprevedibile colpo di vento.
L’altalena di Salvini continua ad oscillare dimostrando sempre più di essere un gioco innocuo per il governo e dannoso solo per la credibilità e l’autorevolezza del leader leghista. Anche stavolta Draghi ha indotto Salvini a più miti consigli semplicemente spiegandogli i dati concreti del programma del governo che non subisce sbandamenti. E facendogli capire che il governo non subisce né diktat né ultimatum. Il fastidio degli altri partiti della maggioranza verso Salvini regjstra anche le critiche di Forza Italia. Salvini non può cantare vittoria e dovrebbe capire che le sue oscillazioni non spaventano nessuno e non servono ad accrescere il peso della Lega nelle decisioni del governo.
Pd e 5S continuano a sperare in uno strappo di Salvini che non ci sarà.Quindi sarebbe ora che tutte le forze di maggioranza si concentrassero di più sulla prossima legge di Bilancio, facendo un patto per evitare l’ennesima infornata di richieste corporative.Sarebbe questo un modo concreto per aiutare Draghi a svolgere il suo difficile compito