giovedì, 26 Dicembre, 2024
Società

Made in Rebibbia: sfilata sartoriale di sogni e speranze

Maestri sartori ed indossatori per una sera, 7 detenuti di Rebibbia sfilano in passerella con le loro creazioni di alta sartoria maschile. Una serata insolita che premia un progetto ideato nel 2016 dal Maestro Ilario Piscioneri,  Socio Onorario dell’Associazione di Giuristi IusGustando e fortemente voluto e condiviso dalla Direttrice del Carcere Rosella Santoro e dall’allora Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.
La vis creativa e la determinazione di llario Presidente dell’Accademia Nazionale dei Sartori nel marzo 2018 diventano realtà e assurge agli onori della cronaca. La Rai entra a Rebibbia per intervistare gli allievi del corso e far vedere al mondo degli scettici, il laboratorio di sartoria realizzato grazie ai contributi di Bmw Roma e le stoffe donate da i più grandi produttori italiani. Ma alla prima sfilata di luglio 2018, Ilario non parteciperà: stroncato da un infarto ad aprile,  lascia in eredità ai figli Daniele, anche lui Maestro Sartore, Alessandro e Manuel, la «venture philanthropy» del suo brand.
A settembre 2021 il cortile di Rebibbia ridiventa, anche per i cittadini invitati a partecipare, un red carpet su cui sfilano i sogni e le speranze. La collezione estiva e invernale “Made in Rebibbia” non racchiude solo le proposte stilistiche del Maestro Sebastiano Di Rienzo, già Presidente e Maestro storico dell’Accademia Nazionale dei Sartori e dell’atelier Ilario Alta Sartoria, ma ricuce ferite e rammenda gli strappi con la società. Manuel è il primo degli allievi ad aver conseguito il diploma.  Esce regolarmente dal penitenziario, senza nessun tipo di scorta, per fare tirocinio e lavorare presso la Sartoria Ilario. Dopo più di un anno di lavoro, sarà assunto dalla per aver dimostrato attitudine a svolgere questo lavoro e scommettere nuovamente sul suo futuro.
Sfila anche lui con una sua giacca patchwork. Mille punti, piccole frecce di filo blu che tengono insieme
tessuti nobili e trame povere. Dinanzi alla Ministra Cartabia, che insieme al Presidente dell’Accademia Gaetano Aloisio, ha consegnato i diplomi, Manuel legge una lettera che rende omaggio alla memoria di Ilario ed alla sua nuova libertà. L’aver compreso che il senso costituzionale della funzione rieducativa della pena è nel riannodare i fili della vita del reo con i valori sociali e facilitare il suo reinserimento nel “tessuto sociale”.
Alla sfilata partecipano anche le famiglie dei detenuti allievi, entusiasti di applaudire all’estro dei novelli sartori, al coraggio di sfilare in mezzo ai compagni di cella, agli ospiti ed alle polizia penitenziaria. Scrosci di applausi e mani di bambini che tentano di sfiorare i padri che sorridono felici. Chi non sa cucire sa cucinare e delizia gli ospiti con manicaretti, caffè e tisane galeotte.
 La serata condotta dai giornalisti Maria Soave e Paolo Cecinelli è ricca di interventi emozionanti. Il ricordo del rumore delle macchine da cucire, anche durante il lockdown, rompe la voce della Direttrice Santoro: “il laboratorio non si è mai fermato.  Tra le poche persone esterne ammesse a Rebibbia, arrivava ogni mattina Daniele Piscioneri, Coordinatore del Progetto, con gli occhi incoraggianti. In un momento drammatico in cui in tutta Italia, mancavano i dispositivi di sicurezza, gli allievi hanno cucito più di tremila mascherine per tutti i detenuti e le guardie del penitenziario. Anche l’amministratore delegato di BmW Roma Gianluca Durante si emoziona nel riaffermare la scelta aziendale di impegno socio-giuridico.
Lo stupore per la creazione di una linea di Alta Moda Sartoriale a Rebibbia è  molta. Per me la risposta più emozionante resta quella che dava il mio caro amico Ilario : il fascino di un uomo emerge dalle sue scelte. Io ho scelto di rivestire di eleganza e cachemire le asperità della vita. Made in Rebibbia è una scelta di lusso etico per consentire ad ognuno di attraversare la vita con un abito a misura dei sui difetti e dei suoi pregi.
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