sabato, 16 Novembre, 2024
Turismo

Turismo in tempo di pandemia, gli italiani scelgono la svolta country

MILANO (ITALPRESS) – Turismo in tempo di pandemia: l’emergenza sanitaria incide sulle scelte di viaggio per l’80% degli italiani che prediligono la svolta country. Per il 96%, cibo, prodotti e piatti tipici sono i fattori chiave per rilanciare l’ospitalità sui territori. Difesa del made in Italy: l’83% chiede maggiore tutela dei prodotti agroalimentari italiani contro il fenomeno dell’agropirateria. E’ quanto emerge dall’11° Rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, con focus su “Food tourism e tutela dell’Italian taste”, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi e con la main partership di Cobat, i cui dati sono stati divulgati al convegno “Turismo e Made in Italy: ‘ricettè per la ripartenza”. L’evento, promosso per celebrare la 42° Giornata Mondiale del Turismo, è stato ospitato presso la Residenza Vignale e organizzato dalla stessa Fondazione, insieme a ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert, in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica e Rotary Club Passport Innovation. Media partners: Euro-Toques Europa, TeleAmbiente, Askanews, Italpress, Opera2030, SOS Terra Onlus.
“Il Rapporto rivela che per il 96% degli italiani il cibo rappresenta una forte spinta a esplorare e degustare le specialità enogastronomiche dei territori. Una vera e propria ricerca di sapori e tradizioni autentiche, unendo al piacere di visitare i luoghi quello della scoperta dei prodotti e dei piatti tradizionali locali. Tuttavia, solo per il 54% degli intervistati il food e gli itinerari tematici sono adeguatamente promossi dalle istituzioni come richiamo turistico. Il Governo usi anche il Pnrr per investire sul rilancio del turismo ma anche sulla certificazione del made in Italy per garantire i nostri produttori di qualità e contrastare l’agropirateria”, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde.
“Un’occasione importante per confrontarsi con le nuove tendenze di un mondo dove si incontrano due realtà fondanti l’economia italiana: i genuini prodotti agroalimentari nostrani e il turismo – spiega Fabrizio Capaccioli, Ad Asacert e ideatore del Protocollo ITA0039 -. Il settore cresce come l’interesse dei turisti – i cosiddetti foodies – sempre più attenti e sensibili alla qualità dei luoghi e del cibo. E’ da subito necessario fissare, con tutti gli attori istituzionali e del comparto, regole più accurate e certificate, leggibili da tutti, per la difesa del Made in Italy, per continuare ad assicurarne salubrità, innovazione e, naturalmente, per accelerare sul turismo sostenibile. Dobbiamo batterci perchè il concetto di Made in Italy arrivi univoco, almeno fuori dal nostro Paese, superando i campanilismi, per non perdere di efficacia. Auspico una sempre maggiore presa di coscienza da parte di enti ed istituzioni come Camere di Commercio all’estero ed enti di accreditamento. Un lavoro coordinato e convinto in favore di una italianità per guadagnare maggiore efficacia di azione. Noi di ITA0039, ci siamo da un pezzo”.
Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, ha sottolineato: “Il rapporto fra gli italiani e il cibo rappresenta un asse fondamentale del nostro turismo nazionale. La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico con 316 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5266 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 80mila operatori biologici e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica. Dovremmo ragionare di piattaforme logistiche, nel nostro Paese, ma anche in quei Paesi in cui vorremmo aumentare la capacità di esportazione, per arrivare ad avere il prodotto italiano disponibile nelle catene distributive e nella ristorazione”.
“E se al posto di un turismo frenetico, che si muove su una linea retta fatta di tappe mordi e fuggi, scegliessimo un turismo più dolce, che segue sinuose linee curve, talvolta anche girando in tondo? Una perdita di tempo? No, un nuovo modo di godersi il panorama e l’ambiente che ci circonda – ha detto Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat -. Lo stesso vale per l’economia: a chi giova, ormai, il frenetico mondo produttivo che si muove in linea retta? Meglio un’economia circolare, che ci permette di creare al contempo valore economico, sociale e ambientale. La circular economy, di cui Cobat è protagonista da oltre 30 anni, permette di preservare l’ecosistema, trasformando i rifiuti in nuove materie prime e rendendo dunque più attrattivo il nostro territorio”.
Roberto Berutti, Membro del Gabinetto del Commissario UE all’Agricoltura, ha aggiunto: “La pandemia ha evidenziato la strategia di accorciare la filiera corta e l’importanza di rafforzare le imprese a dimensione familiare. L’agriturismo è un elemento di rilancio turistico, sia come espressione della capacità di accoglienza tipica italiana, sia come valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale dei territori e dei prodotti della biodiversità. La certificazione che Asacert ha introdotto è un passo in avanti, per dare chiarezza e risposte alle esigenze dei consumatori e dei turisti, sulla garanzia di origine del nostro agroalimentare”.
I dati dell’11° Rapporto, presentati da Sandra Cuocolo, ricercatrice di Noto Sondaggi, mettono in luce quanto, nell’ambito del turismo esperienziale i percorsi enogastronomici sono tra i più richiesti perchè niente di più come il cibo avvicina le persone alle tradizioni e alle culture dei territori della nostra penisola. Su una scala da 1 a 10, la fascia di età tra 18-34 anni valuta con un voto medio di 8,4 l’importanza del cibo nell’esperienza turistica: 7,7 per la fascia 35-54; 8,1 per la fascia 55 e oltre. Il cibo è altrettanto importante per dirsi soddisfatti di una vacanza, la media del voto è di: 8,3 (fascia di età, 18-34), 8,1 (35-54) e 8 (55 e oltre). Per il 67% degli intervistati i prodotti agroalimentari made in Italy non sono sufficientemente tutelati (+6% rispetto al dato 2020) e l’83% ritiene necessaria una certificazione che garantisca la loro provenienza di origine italiana (+5%). In seguito alla pandemia, le esigenze nel pianificare una vacanza sono cambiate per l’80% del campione.
All’evento, moderato da Sara Monaci, Giornalista de Il Sole 24 Ore, sono inoltre intervenuti: Beatrice Uguccioni, Vice presidente del Consiglio Comunale di Milano; Silvestro Serra, Direttore della rivista del Touring Club Italiano; Elena dell’Agnese, Vicepresidente dell’International Geographical Union e prof. ordinario di Geografia, Università degli Studi di Milano-Bicocca; Enrico Derflingher, Presidente di Euro-Toques Europa; Alex Armillotta, Co-founder & Ceo di AWorld, che ha presentato l’omonima app user-friendly che sensibilizza le comunità a realizzare azioni quotidiane sostenibili, scelta dalle Nazioni Unite per la campagna ActNow; Simone Mascagni, Co-founder & Chef Operating Officer di Al.ta Cucina, ha presentato la food community multi-channel che promuove le ricette e la cultura gastronomica della cucina italiana in rete, con oltre 5 milioni di utenti e oltre 1 miliardo di visualizzazioni.
(ITALPRESS).

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