Nell’Aula del Senato, durante il voto di fiducia sulla Riforma della giustizia, Renzi lancia accuse senza appello allo strapotere delle correnti nella magistratura e parla di responsabilità politiche sia a destra che a sinistra .“Per il leader di Italia Viva bisogna correre ai ripari prima del prossimo rinnovo del Csm.
“Il problema non è la separazione delle carriere. È lo strapotere vergognoso delle correnti della magistratura. Devi fare carriera se sei bravo non se sei iscritto ad una corrente”, così è partito l’attacco durissimo di Renzi che, approfittando delle dichiarazioni di voto sulla fiducia alla riforma del processo penale al Senato, sembra togliersi diversi sassi dalle scarpe. Nessun problema, quindi, a votare convintamente la riforma Cartabia, che quantomeno ha il merito di togliere di torno quella della Bonafede, ha detto il leader di Italia Viva, ma amarezza e preoccupazione per il “momento più tragico della storia del potere giudiziario della vita Repubblicana”.
Per Renzi il sistema delle correnti evoca la partitocrazia politica del ‘91
Il senatore accusa anche la politica per la propria subalternità alla magistratura: “Tanti di noi hanno rinunciato al gusto della verità per la paura perché per anni abbiamo consentito che fossero i PM a decidere chi poteva far carriera politica e chi no, perché abbiamo detto che un avviso di garanzia costituiva una sentenza di condanna. In questi anni il potere legislativo ed esecutivo hanno attraversato momenti di difficoltà, quello giudiziario mai”. Per Renzi, quella che è in atto all’interno della Magistratura è una vera e propria guerra che sta portando a indagini di magistrati su magistrati e che ha permesso negli ultimi anni alle correnti di incidere sul procedimento disciplinare dei singoli magistrati, se non addirittura impedire a magistrati bravi di fare carriera se di fazione avversa. “La vera separazione da fare è tra corrente e magistrato. È inaccettabile che oggi, la prima reazione, se c’è un procedimento, sia quella di chiedere a che corrente appartiene quel magistrato”.
Critiche al giustizialismo dei 5S
Proseguendo nel suo intervento in Aula, Renzi si è, poi, rivolto direttamente al ministro Di Maio, in apparenza con parole di plauso per alcune sue ammissioni, in realtà con la stessa durezza mostrata nei confronti del potere giudiziario: “”Devo dare atto a Luigi Di Maio di aver detto parole chiare sull’uso barbaro e incivile della questione giudiziaria da parte dei 5 stelle nel 2016. Scuse timide e tardive, ma sempre scuse, che cancellano dal dibattito politico il fatto che la guida del sistema della politica inerente la magistratura fatta negli anni del ministero Bonafede sia stata profondamente giustizialista”. Per il senatore, il potere mediatico della Magistratura inficerebbe addirittura l’immunità garantita ai parlamentari, tanto che, se non si dovesse correre ai ripari prima del rinnovo del Csm a luglio 2022, la vera vittima dell’inerzia della politica sarebbe la credibilità delle istituzioni e la dignità della magistratura stessa.
Uso strumentale della giustizia a sinistra, a destra leggi ad personam
Ma l’affondo più duro non ha risparmiato neanche i suoi ex compagni politici: “C’è stata una parte di quest’aula e di quella della Camera che si trova nella parte sinistra dell’emiciclo che ha immaginato di trarre vantaggio dalle vicende giudiziarie che riguardavano un’altra parte, quella a destra. C’è una responsabilità politica della sinistra di aver cercato di strumentalizzare questo e della destra che ha risposto a questa crisi con leggi ad personam. C’è una responsabilità di tutti, nessuno si può tirare indietro giudicando i 30 anni di questa lunga guerra tra politica e magistratura”.