domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Inps: Quota 100 è costata 11.6 miliardi. Nuove ipotesi: Ape e Contratto di espansione

Ogni giorno che passa le ipotesi di riforma previdenziale si arricchiscono di nuove proposte. Il 31 dicembre scadranno le tre leggi che finora hanno dominato lo scenario previdenziale: Quota 100, Ape sociale e Contratto di espansione. Per l’Anticipo di pensione (Ape) così come per il Contratto di espansione c’è la possibilità allo studio di un ripescaggio con una formula ampliata e più vantaggiosa.

Il bilancio di Quota 100

La misura che era stata il vessillo delle leggi previdenziali contro le scelte dell’ex ministro Fornero, è un anticipo di pensione (62 anni di età anagrafica e almeno 38 di anzianità contributiva) rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero (che prevedeva l’uscita da lavoro a 67 anni). Quota 100 è stata introdotta dal primo Governo Conte nel 2019. L’Inps ora su Quota 100 ha reso noto gli ultimi dati, riferiti al 31 agosto.

I beneficiari

Nel pubblico impiego a scegliere la pensione anticipata sono state 58.870 donne contro 48.367 uomini. L’Inps ha scomposto anche per settore lavorativo l’effetto di Quota 100. Un’uscita anticipata su tre è stata scelta dai dipendenti pubblici. In particolare nella pubblica amministrazione i pensionamenti con Quota 100 sono stati al femminile.

Le cifre dell’Inps

L’Istituto, inoltre, ha messo in evidenza i diversi livelli finanziari dei soggetti che hanno beneficiato di Quota 100. Dati interessanti che dimostrano anche le diverse storie “contributive” degli ex lavoratori.
Spesi più di 4 miliardi per gli “statali”, con assegni lordi medi annuali di 28.064 euro, circa 5,9 miliardi per i lavoratori privati, con trattamenti medi annui 27.237 euro, e 1,66 miliardi per gli “autonomi” ai quali arriva una pensione media annua, sempre al lordo, di 17.983 euro.

La corsa degli statali

Le domande di Quota 100 accolte dell’Inps sono state complessivamente 343 mila, 107.237 arrivano da lavoratori pubblici. Le pensioni anticipate sono state erogate a lavoratori 71 mila lavoratori con un età compresa tra i 61 e i 63 anni. Stando al resoconto dell’Istituto di previdenza emerge come non più del 65% delle domande accolte sia riconducibile a soggetti di 61, 62 e 63 anni. A tutto agosto 2021 risultavano 166.282 le pensioni anticipate (con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi) a lavoratori privati e 67.609 a lavoratori autonomi.

Le altre misure

Allo studio del Ministero del lavoro, dell’Inps, dei sindacati e Associazioni di categoria le altre due riforme: Ape sociale e Contratto di espansione. Che secondo le anticipazioni saranno ripescate e ristrutturate.
Il Contratto di espansione, è stato già prorogato dal 2020 al 2021, ora si ipotizza che sarà ridotto ulteriormente il tetto minimo dimensionale al momento fissato dall’ultimo decreto sostegni per imprese che hanno 100 dipendenti. Si sta studiando di rendere la misura solvibile anche per le piccole e micro imprese. Mentre per l’Anticipo pensionistico di Ape sociale, si sta elaborando la possibilità di estendere la misura oltre i “lavori gravosi”. Il dibattito verte su un principio dare possibilità a chi ha maturato gli anni di contributi di uscire dal lavoro prima con strumenti di flessibilità che possono essere garantiti dallo Stato o, per il settore privato con incentivi ad hoc, sempre con garanzie statali. A dire l’ultima parola sulle riforme – dopo il confronto con le parti sociali – sarà il Governo e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, che sottolinea da di rassicurazioni, come la riforma del sistema previdenziale sarà “equilibrata” dal punto finanziario e rispettosa delle proposte che arriveranno dai partiti.
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