“In politica estera –ha scritto Bismark, il coraggio e il successo non sono legati tra loro da un rapporto casuale, l’uno equivale all’altro.”
Esiste oggi una politica estera italiana? Esiste ma non ha contorni ben definiti e questo non solo perché le vedute tra il gruppo cinque stelle e il pd sono divergenti su molti aspetti ma anche perché la debolezza economica del nostro paese si riflette anche nella nostra immagine nello scenario internazionale.
Per anni i punti di riferimento del nostro paese sono statti la collocazione atlantica, dialogo euro mediterraneo, sostegno e apertura ai paesi arabi.
La politica estera era fortemente condizionata anche dal ruolo della santa sede. Italia e vaticano per una serie di ragioni viaggiavano spesso sullo stesso binario.
Una volta ha raccontato Andreotti in una visita a un governatore americano ricevette due pipe in regalo.” Una è e per lei disse il governatore, l’altra e per il papa che lei vedrà al suo ritorno in patria.”
Il mondo faceva coincidere la politica estera vaticana con la nostra.
Nel suo discorso in parlamento il presidente del Consiglio Conte ha fatto riferimento alla nostra vocazione occidentale, al sostegno al processo di integrazione europea e al rapporto strategico con gli Stati uniti.
Andreotti
Si all’Europa ma con nuove regole. Le maglie della burocrazia e i parametri severi hanno esacerbato la vita economica degli stati. E chi reclama un certo ridimensionamento delle politiche attuali ha molte ragioni, sforare il tetto di bilancio per finanziare la crescita non può essere più un tabù.
Il premier italiano ha poi fatto riferimento al dialogo mediterraneo, all’integrazione dei paesi balcanici, alle relazioni con l’India e la Cina e al sostegno delle Nazioni Unite.
Si vola alto ma il “carburante politico” risulta nullo se l’Italia continua ad avere dati economici fallimentari.
Ai prossimi appuntamenti internazionali del g7 e del g20 il nostro paese arriva con una salute preoccupante . L’Italia è in coda nell’economia europea, unico stato con un pil vicino allo zero e un debito pubblico che continua a crescere.
Le ambizioni legittime del nuovo governo Conte si dovranno coniugare necessariamente ad un rilancio dell’economia, a riforme strutturali e ad una riduzione drastica del debito pubblico.
Quanto alle Nazioni Unite, da anni l’Italia è tra i primi finanziatori del palazzo di vetro e tra i primi “contributori” di caschi blu dell’Onu. Una politica che a mio avviso deve essere corretta. Le Nazioni Unite sono diventati una macchina mangiasoldi che spesso ha creato più confusione che chiarezza nelle relazioni internazionali. Senza trascurare il fatto che spesso la guida anche di commissioni importanti viene affidata a stati che di democratico non hanno nulla. Come dimenticare che ai tempi di Gheddafy la commissione sui diritti umani era presieduta dalla Libia? No comment…