venerdì, 22 Novembre, 2024
Energia

Energia, in forte crescita consumi ed emissioni nel secondo trimestre

In forte aumento i consumi di energia e le emissioni di CO2 in Italia nel secondo trimestre dell’anno. Fattori climatici e l’incremento del Pil (+17%) e della produzione industriale (+34%) hanno determinato sia una crescita della domanda di energia del 24% che, in parallelo, delle emissioni di anidride carbonica (+25%), con ripercussioni sulla transizione energetica nel nostro Paese. È quanto emerge dall’ultimo numero dell’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale dell’Enea, che stima anche una crescita tendenziale della domanda di energia e delle emissioni di circa il 6% per l’intero 2021, in linea con l’andamento dei principali driver economici.

L’incremento dei consumi è stato particolarmente accentuato ad aprile (+36%) per le temperature più rigide rispetto allo stesso mese 2020, mentre il clima più caldo di giugno ha comportato un maggior ricorso al raffrescamento, con conseguente aumento della domanda di energia (+15%). Tra i settori, i trasporti hanno contribuito alla crescita dei consumi per una quota di oltre il 50% nel trimestre. Rispetto alle fonti energetiche utilizzate, i combustibili fossili registrano forti incrementi: dopo il crollo del II trimestre 2020, la domanda di petrolio ha segnato un +30%, quella di gas naturale un +21%, mentre per le fonti rinnovabili e il carbone si registrano rispettivamente un -1% e un -2%.

Le importazioni di elettricità risultano quasi quadruplicate. Il forte incremento delle emissioni è da attribuirsi soprattutto ai trasporti (per una quota di oltre il 60%) e in misura inferiore al settore civile, all’industria e alla generazione elettrica. Dal quadro complessivo emerge un ulteriore peggioramento dell’indice Ispred, elaborato da Enea per misurare l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e decarbonizzazione.

Nel periodo aprile-giugno, l’Ispred è diminuito del 28% sul trimestre precedente e del 39% rispetto al II trimestre 2020, collocandosi ai minimi della serie storica. L’analisi trimestrale approfondisce anche le prospettive nazionali del settore delle tecnologie low carbon che registra un crescente deficit commerciale, passato da 700 milioni del 2019 a 1,15 miliardi del 2020 (+65%), mentre nei primi cinque mesi del 2021 è già pari a 900 milioni (80% di quello dell’intero 2020).

Le voci di import che pesano di più sono i generatori eolici, gli accumulatori agli ioni di litio, ma soprattutto la mobilità a basse emissioni (veicoli BEV e PHEV), che da sola rappresenta il 60% del deficit dello scorso anno e quasi il 50% del deficit dei primi cinque mesi del 2021. Di segno opposto è invece l’andamento del settore solare termico, con particolare riferimento alle esportazioni di componenti per accumulatori e sistemi eolici (esclusi i generatori), nonché delle celle fotovoltaiche. Fra gli elementi positivi, si evidenziano anche i primi segni di vitalità delle esportazioni di veicoli elettrici e ibridi, nonostante la forte dipendenza dall’estero del comparto.

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