Il terrorismo internazionale di matrice jihadista alza la voce. Le sue minacce si fanno sempre più concrete. Nei prossimi mesi si assisterà ad un’escalation. Motivo? Uno Stato sovrano, l’Afghanistan, è nelle mani di un gruppo di estremisti islamici legati ad al Qaeda e incapaci di fronteggiare altre frange terroristiche come l’Is-k.
Al di là degli impregni presi negli accordi di Doha -cui Trump credette con troppa superficialità- i Talebani non offrono alcuna garanzia che l’Afghanistan non ospiti terroristi. Tutt’altro. Kabul potrebbe diventare l’hub del terrorismo internazionale islamico. Esso potrà colpire ovunque e non solo gli Stati Uniti e la loro presenza nel mondo. Nel mirino ci sono i 30 Paesi della Nato e gran parte dei Paesi dell’Africa.
Russia e Cina possono dormire sonni tranquilli? Non pare. E’ vero che Putin e Xi usano il termine terrorista con una certa disinvoltura, definendo tali anche semplici oppositori. Ma è un fatto che nemici giurati di Mosca sono gli estremisti islamici ceceni che di attentati ne anno organizzati parecchi. Pechino, vista la repressione che usa contro gli 11 milioni di Uiguri della Mongolia ha più qualche motivo per temere il contagio del terrore che si potrebbe diffondere proprio dalla Kabul talebana.
E’ auspicabile che al prossimo G20 Draghi convinca Russi e Cina a non speculare sul disastro afgano ma a far parte di una coalizione multilaterale contro il terrorismo che includa Stati Uniti, Europa, Nato, Russia e Cina.
Sarebbe un ottimo segnale per il mondo intero se queste grandi potenze militari, economiche e politiche decidessero di sottoscrivere non una dichiarazione vaga ma un vero trattato internazionale che li impegna a fare fronte comunque contro attacchi terroristici.
Questa coalizione non solo sarebbe impegnata a fornire scambi di informazioni sull’internazionale del terrore ma potrebbe applicare il principio della “difesa collettiva” previsto dell’art.5 della Nato: se uno dei Paesi che sottoscrivono la collaborazione antiterrorismo è vittima di un attentato ha il diritto di ottenere il sostegno operativo di tutti gli altri Paesi. Il mondo sarebbe sicuramente migliore.