L’Italia reagisce a quello che viene definito “inverno demografico”, il decremento preoccupante delle nascite che spesso sfiora lo zero e per il quale anche Papa Francesco si è pronunciato ai recenti Stati Generali sulla natalità chiedendo allo Stato aiuti per le famiglie. Ed ecco che dal 1° luglio è possibile fare richiesta di un sussidio per i figli a carico anche da parte di disoccupati, liberi professionisti e percettori di reddito di cittadinanza. Già nel primo mese è stato un boom di domande.
AMMESSI ISEE FINO A 50.000 EURO
Si tratta di una misura temporanea e transitoria, erogabile fino al 31 dicembre 2021, in attesa che entri in vigore la norma sull’assegno unico l’1 gennaio 2022. L’importo mensile del contributo è parametrato sul livello dell’Isee (che può essere al massimo di 50.000 euro), e al numero dei figli minorenni, con una maggiorazione di 50 euro per ciascun figlio minore con disabilità. In attesa che, a gennaio, la misura venga estesa anche ai lavoratori dipendenti, il decreto ponte prevede anche un incremento mensile degli assegni familiari (Anf), pari a 37,5 euro per ciascun figlio per i nuclei fino a due figli e per i nuclei con almeno tre figli a 55 euro per ciascun figlio. Quando entrerà a regime l’assegno unico cancellerà definitivamente gli Anf ma non le altre misure di sostegno alle famiglie.
INPS, UN BOOM DI RICHIESTE
Le famiglie che in un mese hanno già inviato la domanda all’Inps sono quasi 250mila, per un totale di 442mila minori coinvolti. Secondo i dati forniti dall’Istituto, in testa alla classifica c’è la Lombardia, con il 16,2% delle domande presentate, seguita da Campania (14,1%) e Sicilia (11,7%). Il 62,6% delle famiglie che hanno fatto domanda ha un Isee sotto i 10 mila euro. In totale, saranno circa un milione e mezzo i lavoratori autonomi che incasseranno il nuovo assegno temporaneo, mentre oltre 5 milioni di dipendenti riceveranno una maggiorazione dei loro assegni familiari. L’assegno ponte viene erogato per i figli dagli 0 ai 18 anni, mentre l’assegno unico che partirà a gennaio verrà riconosciuto già dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni.
SIANI, IMPORTANTE PASSO AVANTI DEL WELFARE MA NON DIMENTICHIAMO I SERVIZI
Per l’onorevole PD Paolo Siani, pediatra e membro della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, si tratta di “una vera e propria svolta epocale per il nostro Paese perché immette nel sistema un’attenzione specifica per i bambini e le famiglie che non c’era mai stata fino ad oggi se non con la legge 285 del 1997″. L’assegno unico colma una lacuna del welfare italiano al fine di favorire la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l’occupazione, in particolare quella femminile. “Il periodo di crisi dovuto all’emergenza Covid ha spinto i decisori politici ad anticiparne temporaneamente gli effetti estendendoli anche in favore di quelle famiglie che non rientrano nell’ambito di applicazione dell’istituto già esistente dell’assegno familiare (Anf)”, ha commentato con soddisfazione Siani che, però, ricorda che oltre a gli aiuti economici, alle famiglie servono servizi socio-educativi di qualità come, per esempio, gli asili nido, molto carenti soprattutto nel sud del Paese.