Draghi dovrebbe essere al sicuro dalle incursioni dei partiti. Anche se il Parlamento non potrà più essere mandato a casa, è inimmaginabile che qualche forza politica sia così irresponsabile da provocare una crisi di governo in piena quarta ondata pandemica, mentre l’Europa comincia ad erogare i fondi e le 3 riforme richieste sono in dirittura d’arrivo. Ma molti aspettano con ansia il segnale del “liberi tutti” per sentirsi sciolti, almeno a parole, da vincoli di maggioranza.
La tentazione è forte. Ognuno dei partiti dell’anomala coalizione forse sogna di potersi riprendere, dopo soli 5 mesi, piena libertà di azione rispetto agli impegni assunti quando è stata votata la fiducia a Draghi.
Il Movimento 5 Stelle è ancora il partito di maggioranza relativa. Ha un nuovo capo in pectore che, grada caso, è l’ex Presidente del Consiglio. Conte deve barcamenarsi tra l’ala governista, guidata da di Maio e ispirata da Grillo, e una forte fronda interna che preme per prendere le distanze da Draghi. Nei prossimi sei mesi Conte potrebbe alzare la voce ma senza mai arrivare alla rottura: sarebbe un suicidio politico per lui che deve unire il Movimento e segnerebbe la definitiva perdita di credibilità dei 5Stelle su cui piomberebbe l’ignominia di aver ucciso nella culla un governo nato da pochi mesi, autorevole e rispettato all’estero.
Per la Lega, seconda forza della coalizione , poco dovrebbe cambiare. Dal primo giorno Salvini recita due parti in commedia: sostiene Draghi nei Palazzi e in piazza ne prende le distanze. Forse accentuerà il movimentismo solito, ma no potrà forzare più di tanto. Anch’egli come Conte deve tenere unite due anime del partito.
LE MOSSE DI LETTA E IL SOGNO DI BERLUSCONI
Difficile prevedere le mosse di Letta. Da convinto sostenitore di Draghi il segretario del Pd si è gradualmente trasformato in un leale ma non determinato compagno di strada che ,finora, non è riuscito a dare un’impronta forte e di sinistra alle scelte dell’Esecutivo. Ora che l’alleanza con i 5S di Conte è al sicuro, Letta potrebbe osare di più e magari concordare alcune mosse con i pentastellati per tentare di spostare l’asse dell’azione di Governo e offrire a draghi una sponda solida per resistere alle pressioni di Salvini.
Quanto a Forza Italia il copione sembra scritto: Berlusconi si sente candidato alla successione di Mattarella, vuole tenere unito il centrodestra, Meloni inclusa, ma non vuole aprire un fronte polemico di rottura con la sinistra. Il suo è un sogno di complessa realizzazione. Ma tanto basta a rendere Forza Italia il partito che crea meno problemi ,insieme a Italia viva. Renzi, si sa, è imprevedibile.
LA PARTITA IMPREVEDIBILE DI RENZI
Da Templare ferreo di Draghi il leader di Italia viva punta ad essere la variabile determinante dell’elezione del nuovo capo dello Stato. Questo dovrebbe indurlo a mettere in frigorifero la sua irrefrenabile spinta polemica, ma è difficile che Renzi possa stare altri sei mesi tranquillo. Di sicuro troverà argomenti per cercare di trasformare il patto Pd-5 stelle in un percorso di guerra.
Giorgia Meloni continuerà la sua passeggiata solitaria nello spazio dell’opposizione accentuando le critiche alla litigiosità della maggioranza.
Al di là di queste ipotesi, lo scenario più preoccupante è quello di uno scatenamento incontrollabile di una guerriglia di tutti contro tutti, una sorta di campagna elettorale anticipata che finirebbe comunque per avvelenare le acque e rendere le mediazioni di Draghi più complesse. Entro l’autunno le riforme del fisco e della giustizia dovranno arrivare in porto insieme alla nuova legge di bilancio. Draghi non consentirà il solito assalto alla diligenza. Auguriamo che nei partiti prevalga la responsabilità E anche il buon senso.
All’orizzonte si profila una possibile rielezione di Mattarella e questo potrebbe mandare a gambe all’aria molte tattiche e strategie di corto respiro.