“Abbiamo un obiettivo prioritario da raggiungere che ora ci viene chiesto anche da Bruxelles per finanziare la ripresa: ricondurre la durata del processo penale e civile a tempi ragionevoli, in linea con gli standard dei Paesi Europei più avanzati. Una giustizia lenta è una giustizia denegata. Una risposta di giustizia che sia certa e fornita in tempi rapidi costituisce inoltre uno dei maggiori incentivi per gli investimenti, una delle condizioni essenziali per attrarre nuove risorse e nuovi capitali”. Lo ha detto, in un’intervista al quotidiano Libero, il presidente del Senato Elisabetta Casellati. È questa la strada per fare uscire la magistratura dalla sua crisi di credibilità? “Certamente sì. Ma non basta. Perché la crisi di credibilità – ha aggiunto – è stata alimentata da recenti episodi che hanno inciso fortemente sul rapporto tra la magistratura e i cittadini. Su tali episodi è necessario fare chiarezza, senza sconti di responsabilità. Ma attenzione, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Non è questo il vero ritratto della magistratura italiana. L’ho vissuto personalmente nella mia esperienza di Avvocato, di sottosegretario alla Giustizia e di Consigliere del CSM, che mi ha consentito di incontrare e conoscere tanti magistrati di straordinario valore morale e professionale”. È favorevole a una riforma anche del CSM? E in che termini? “Nel 2015, da componente del CSM, ho sostenuto che il peso delle correnti potesse essere limitato attraverso una riforma del sistema elettorale dei consiglieri togati e ho proposto, senza fortuna, il sorteggio…”.