La variante Delta in Italia e’ oramai predominante, con una prevalenza del 94,8%. Un predominio che spinge verso in alto i numeri, con i contagi in crescita ma a un ritmo inferiore a quello della settimana scorsa. Dalla tradizionale conferenza stampa del venerdi’ al Ministero della Salute, il presidente dell’Istituto superiore di sanita’ Silvio Brusaferro e il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza forniscono un’istantanea di una epidemia che rispetto agli ultimi mesi pare avere preso forza e vigore ma che appare meno dirompente della settimana passata. “L’incidenza cresce a 58 casi per 100 mila abitanti in 7 giorni con alcune regioni che hanno superato la soglia dei 50 per 100 mila abitanti – spiega Brusaferro – l’occupazione in area medica al momento resta abbastanza contenuta. l’Rt e’ a 1,69, siamo sopra la soglia epidemica, l’Rt su ospedalizzazione e’ a 1,46, siamo in una fase in cui bisogna guardare con attenzione e muoverci con prudenza. Il valore puntale dell’Rt in tutte le regioni tranne in 2 supera il valore di 1 e questo indica che l’epidemia e’ in crescita. Ci sono regioni in scenario 4, con Rt 1,5, tutte sono a rischio moderato ma nessuna a rischio alto”.
Si abbassa secondo Brusaferro “l’eta’ mediana di chi contrae l’infezione, e’ soprattutto nelle fasce tra 10 e 29 anni mentre l’eta’ mediana di chi si ricovera e’ di 49 anni e di 63 per chi entra in terapia intensiva. Guardando l’impatto sui sevizi ospedalieri, confrontando i dati nell’ultima settima i posti letto sono aumentati”. Tutta colpa della “prevalenza della variante Delta diventata dominante, l’Alfa e’ in rapida riduzione, la Gamma ci mostra come sia fortunatamente contenuta”. Capitolo vaccinazioni. “Sulle vaccinazioni – annota Brusaferro- il dato che si mostra e’ che sta crescendo, ma rimane una parte importante di persone di oltre 50/60 anni che debbono fare la prima dose, i giovani invece stanno aderendo in maniera molto importante, e questo e’ un dato che caratterizza l’Italia”. E se all’incremento dei casi non segue un altrettanto incremento dei decessi e’ tutto merito del vaccino. “Chi ha la doppia dose – ragiona Brusaferro – ha un livello di protezione molto elevato su decessi e ricoveri ed anche nei confronti dell’infezione. La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre l’infezione, di decedere o di essere ricoverato. Completare il ciclo vaccinale e’ esternamente efficace”.
Casi quindi in crescita ma un aumento meno importante rispetto a 7 giorni fa, come osserva il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza. “Il numero di nuovi casi sta crescendo ad un ritmo inferiore delle scorse settimane, si deve valutare la situazione, quello che e’ successo in altri Paesi puo’ indicarci il futuro dell’Italia, difficile dire quello che accadra’, ma vediamo una crescita con un ritmo piu’ ridotto. Ci aspettavamo l’exploit della variante Delta, era un dato atteso, ma vediamo anche l’efficacia dei vaccini”. Rezza, commentando i numeri della vaccinazione parla di “buona notizia”: “Sempre piu’ persone vengono vaccinate, c’e’ una forte adesione alla campagna vaccinale, sono confortanti i dati dei piu’ giovani”. Si apre pero’ il dibattito, che gia’ si e’ imposto in altri Paesi, circa la necessita’ o meno ricorrere alla terza dose. Per Rezza la comunita’ scientifica non si e’ ancora pronunciata in maniera definitiva: “Sulla terza dose c’e’ indecisione, non ci sono ancora delle evidenze cosi’ forti per potere dire che faremo la terza dose a tutti”.
“Alcuni Paesi come Israele hanno scommesso di puntare sulla terza dose, l’Inghilterra sta pianificando una campagna di autunno, alcuni Paesi hanno deciso di vaccinare persone immunodepresse con un richiamo – spiega Rezza – Per le altre persone fragili, anziani e operatori sanitari non si e’ arrivati a nessuna decisione. Credo pero’ che le persone piu’ fragili e anziane dovranno effettuare un richiamo. Non si sa se sara’ necessario effettuarlo con vaccini adattati alle varianti attualmente in circolazione. Il punto e’ se si vaccina sara’ sufficiente con i vaccini esistenti, oppure saremo costretti ad un vaccino adatto? Probabilmente se si vaccinasse oggi si utilizzerebbero i vaccini disponibili.
Bisognera’ valutare fra alcuni mesi, per ora non e’ possibile dare una risposta”.