Toni diversi ma la sostanza è una: a settembre il Governo deve decidere su pensioni, ammortizzatori sociali e fisco. Tre riforme che i sindacati tornano a sollecitare al Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Il piano dei sindacati prevede flessibilità in uscita a partire da 62 anni, riconoscimento di 41 anni di contributi come elemento valido per andare in pensione. Una attenzione particolare nella costruzione del sistema previdenziale del futuro per i giovani e le donne.
Il Governo decida
“Ci aspettiamo una discussione collegiale all’interno del Governo”, dice Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri al termine dell’incontro, “perché sappiamo bene che non è il Ministro Orlando da solo a decidere: ci aspettiamo, dunque, che Governo e partiti di coalizione diano risposte chiare.
Il ministro ha ascoltato e si è riservato di valutare, anche alla luce di una decisione collegiale all’interno del governo”.
Pronti alla protesta
L’esecutivo Draghi dovrà chiarire, secondo il sindacato, se vuole procedere sulla strada della riforma della previdenza, degli ammortizzatori sociali e del fisco. “A settembre in caso di mancate risposte si decideranno le forme di protesta”, sottolinea il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Nella riunione si sono affrontati anche altri temi collegati come la riforma degli ammortizzatori sociali e la riforma del fisco.
“Le risposte che avremo a settembre”, chiarisce Landini, “saranno molto importanti perché in base a quelle decideremo che tipo di mobilitazione e di vertenza fare. Dobbiamo dare risposte certe ai lavoratori e vogliamo ricordare che loro hanno già pagato i prezzi delle riforme precedenti”. Il leader della Cgil, ricorda la necessità di separare la spesa previdenziale vera e propria da quella assistenziale. “Solo così ci capirà la verità: ovvero che la spesa per le pensioni italiane non è più alta di quella degli altri Paesi europei”.
La pensione non è un lusso
Giudizio positivo è quello espresso da Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl,
perché si apre il confronto. “Le pensioni non sono né un lusso né un privilegio”, puntualizza Sbarra, “ma un sacrosanto diritto da riconoscere alle persone che hanno lavorato”. Oltre alla necessità di “negoziare misure di uscita flessibile”, bisogna per la Cisl affrontare il tema dei giovani per una pensione di garanzia che “tenga conto delle carriere lavorative precarie, discontinue, atipiche”. “Bisogna incentivare l’adesione dei giovani alla previdenza complementare”, prosegue Sbarra, “Dobbiamo affrontare con il governo misure ed interventi urgenti. Il tema della rivalutazione piena delle pensioni, l’allargamento della 14 esima mensilità, e mandare avanti il confronto per conquistare una legge quadro a sostegno della non autosufficienza”.
Vaccini e mascherine
Per il leader della Cgil se si vuole introdurre un obbligo delle mascherine nei luoghi di lavoro, si dovrà fare una legge. “In ogni caso non si possono pensare licenziamenti o riduzioni dei salari. È necessario al contrario garantire la sicurezza dappertutto. Anche perché”, ricorda Landini, “si continua a morire sul lavoro anche se ci sono le mascherine”