Non è destinata a placarsi la discussione sull’utilizzo del green pass, e non solo in Italia. La vicenda, in punto di diritto e sul piano dell’inviolabilità delle libertà individuali è molto complessa e certamente di non facile interpretazione. Se si vuole dare una soluzione pragmatica è necessario trovare percorsi alternativi e integrativi.
Si potrebbe pensare, ad esempio, di organizzare all’interno dei locali nei quali è ora previsto l’ingresso con green pass, due spazi separati: uno green e uno no green come si faceva all’inizio per i locali fumatori e non fumatori. I ristoranti potrebbero organizzare due sale separate, nei cinematografi -dove peraltro già ci sono multisale- si potrebbero gestire sale green e sale no green, nelle discoteche si potrebbero organizzare due piste da ballo separate ovvero giornate con green dance e giornate no green dance, nei musei gli ingressi potrebbero prevedere giorni di ingresso green e giorni di ingresso no green… Inutile proseguire negli esempi perché il concetto sulla soluzione proposta da queste colonne è abbastanza chiaro.
Per quanto riguarda i mezzi pubblici, non pensiamo ci possano essere problemi per i treni, perché in qualche modo sono già organizzati in classi e si possono prevedere vagoni green e vagoni no green, per gli auto di linea cittadina, potenziando le corse si potrebbero prevedere -nelle giuste proporzioni- corse green e corse no green. Anche per le messe e le cerimonie religiose si possono prevedere orari diversi per green e no green, per gli eventi sportivi non dovrebbe essere difficile organizzare spazi separati, come non dovrebbe essere difficile per i congressi, mentre per le fiere si potrebbero prevedere giorni diversi di ingresso; lo stesso può valere per centri termali, sale bingo e casinò, teatri, concerti e concorsi pubblici, come anche per le piscine, le palestre e i centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso. Anche nelle sale d’attesa dei pronto soccorso, spazi green e no green, eccetera.
Insomma se vogliamo salvare la nostra economia e la nostra morale dovremmo adottare questa soluzione. Non possiamo permetterci uno stop estivo -anche per invogliare i turisti che verrebbero dall’estero. Rischiamo di non rialzarci più e avere danni irreparabili.