Due giorni intensi e costruttivi al G20 di Napoli dedicato all’Ambiente. Trovata la convergenza su 10 linee di intervento che riflettono la visione del Pnrr italiano sui temi ambientali.
Soluzioni naturali per il clima, lotta al degrado del suolo, sicurezza alimentare, uso sostenibile dell’acqua, tutela degli oceani, lotta alla plastica in mare, uso sostenibile e circolare delle risorse, città sostenibili, educazione, finanza verde. “È la prima volta che queste categorie vengono riconosciute dal G20 e diventano vincolanti”, ha detto soddisfatto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in conferenza stampa. Trattative più serrate il secondo giorno in cui si sono dovuti affrontare i nodi spinosi relativi alle modalità e soprattutto le tempistiche della decarbonizzazione e degli interventi sul clima per il contenimento della temperatura. Temi verso i quali soprattutto Cina e India hanno opposto le maggiori resistenze.
IL SI’ ANCHE DELLA CINA
Dopo momenti di tensione e rallentamenti, anche nella seconda e ultima giornata dei lavori del G20 è stato approvato un ‘Communiquè’ condiviso su clima ed energia, seguito da un applauso liberatorio da parte di tutte le delegazioni presenti a Palazzo Reale per festeggiare la difficile intesa e l’ok non scontato da parte anche della Cina. La difficoltà era mettere d’accordo economie basate sul petrolio come i Paesi Arabi ed economie che invertiranno la curva, sì, ma al 2060, come in parte la Cina, la Russia e i Paesi emergenti. “L’Europa produce solo il 9 per cento dell’anidride carbonica totale“, ha ricordato Cingolani, se anche l’Ue rispettasse tutti gli obiettivi si tratterebbe di “una ottima leadership” ma non sufficiente senza l’adesione anche del resto del mondo al modello.
ASSE USA-ITALIA SU MAGGIOR NUMERO DI FONTI RINNOVABILINEL MINOR TEMPO POSSIBILE
Piena intesa, invece, tra Cingolani e l’inviato Usa sul clima John Kerry. Più rinnovabili e azioni “molto ambiziose” in questa decade per arrivare a bloccare il riscaldamento globale a 1,5°C, obiettivi condivisi da entrambi i Paesi tanto che gli Stati Uniti si sono schierati a fianco dell’Italia nel convincere gli altri Paesi. Kerry e Cingolani, che si erano già incontrati la scorsa primavera a Roma, hanno ribadito la volontà di lavorare insieme per arrivare a risultati concreti sulla decarbonizzazione alla prossima conferenza dell’Onu sul clima, la Cop26 di Glasgow, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021.
Due punti rimasti fuori dall’accordo
“Su due punti non abbiamo trovato l’accordo: rimanere sotto 1,5 gradi al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025. Usa, Europa, Giappone e Canada sono favorevoli, ma quattro o cinque paesi, fra i quali Cina, India e Russia, hanno detto che non se la sentono di dare questa accelerazione, anche se vogliono rimanere nei limiti dell’Accordo di Parigi”, ha rivelato Cingolani, rimandando però la questione al G20 dei capi di stato.