lunedì, 23 Dicembre, 2024
Agroalimentare

Caldo e siccità, giugno incubo per l’agricoltura. Coldiretti: persi miliardi

Un innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia. Con una temperatura superiore di 2,18 gradi rispetto alla media storica. Così l’estate 2021 si classifica fino ad ora dal punto di vista
climatologico come la quarta più calda in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800. Un segno chiaro del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.

Record negativi Il dato allarmante del 2021 per la Coldiretti non si tratta di un caso isolato poiché a livello globale i mesi di giugno più caldi si concentrano tutti negli ultimi cinque anni: 2018, 2016, 2019 e 2020; a conferma del fatto che siamo di fronte ad una accelerazione dei cambiamenti climatici. I dati sono stati resi noti in occasione della Conferenza internazionale sul clima al G20 di Venezia. La tendenza al surriscaldamento è comune a livello globale con il mese di giugno 2021 che, ricorda la Coldiretti, si classifica fino ad ora dal punto di vista climatologico come il secondo più caldo in Europa.

 

Incendi e siccità

“Gli effetti”, fa presente la Coldiretti, “si sono già fatti sentire con il divampare degli incendi e una drastica riduzione dei ghiacciai”. A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare che secondo lo studio l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050 con punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia, con effetti devastanti per la città. Ma gli effetti aggrediranno anche le coltivazioni. L’acqua salata che penetra nell’entroterra e brucia le coltivazioni nei campi e costringe all’abbandono l’attività agricola alla foce del Po, per la risalita del cuneo salino, – l’infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi -, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni agricoli.

 

Danni per 14 miliardi

“Uno scenario già in atto che”, commenta la Coldiretti, “aggrava le perdite provocate dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per i danni provocati alle coltivazioni e alle strutture dagli eventi estremi causati dalla tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi”.

I nuovi progetti L’agricoltura è il settore più impegnato nel contrastare i fenomeni avversi. I nuovi progetti sono stati proposti da Coldiretti e inseriti nel Piano nazionale di Rinascita. “Un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo”, ricorda il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “con i bacini potremmo arrivare a trattenere il 40-50% portando risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di triplicare le rese e combattere il dissesto idrogeologico. L’idea è di costruire senza uso di
cemento”, conclude il leader della Coldiretti, “per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

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