Sei mesi e qualche giorno alla scadenza del settennato del Presidente Sergio Mattarella, eletto il 31 gennaio del 2015.
Dal primo di agosto – inizio del semestre bianco -, come prevede l’articolo 88 della Costituzione, il Presidente non potrà esercitare il potere di scioglimento anticipato delle Camere o di una di esse, a richiesta dei rispettivi Presidenti.
Al Quirinale si preparano piccoli o grandi traslochi oppure non si muoverà foglia fino all’ultimo giorno del mandato presidenziale?
E se il Presidente Mattarella venisse rieletto, come successe a Napolitano, benché abbia – in tempi non sospetti – manifestato il proprio pensiero contrario volendosi attenere all’art.85 della Costituzione “Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.”?
È difficile pensare che possa rifiutare una eventuale proposta di questo Parlamento di rinnovargli la fiducia – magari per un impegno a tempo – fino alla scadenza naturale della legislatura prevista nel marzo 2023 e completare, così, alcune riforme sul tappeto.
Se, invece, dovesse permanere l’intendo iniziale del Presidente Mattarella il Parlamento avrà davanti a sé solamente 14 mesi di legislatura che vivrebbe con altro Capo dello Stato col quale o completare le ambite riforme sul tappeto o affossarle.
La campagna elettorale per la nuova legislatura vedrebbe, così, le diverse prese di posizioni per la conquista dei ridotti 600 scranni, pure col voto dei diciottenni per il Senato e, chissà, vedere pure giovani di 25 anni, sedersi nell’aula tanto discussa di Palazzo Madama.
In questa ipotesi si avrebbe un Presidente della Repubblica eletto appena un anno prima con un quorum di 1008 rappresentanti ed un nuovo Parlamento di 600 unità, col rischio di avere un Capo dello Stato non rappresentativo del Parlamento.
Nel frattempo i partiti di sinistra si frantumano sempre più in piccoli nuclei che raggiungono percentuali difficili da superare da soli quei sbarramenti normalmente previsti nella legge elettorale ancora da varare, essendo l’ultima carta che i capi dei partiti intendono giocarsi.
I partiti di destra, pure loro con qualche frammentazione visibile, si scrutano e si mandano messaggi vari proponendo impegni federativi e forme di associazionismo, quasi da richiamare alla mente le famose A.T.I. (associazioni temporanee di imprese), per poi, dopo le elezioni o si raggiunge un accordo per governare oppure ognuno con la propria identità, continuerebbe a svolgere la propria politica.
Il Presidente Mattarella, anche nel semestre bianco non farà mancare la sua voce, esercitando come da sempre, con la semplice autorevolezza, il proprio ruolo di Garante della Costituzione.